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Nuovo Logo Albergatore Pro - Scelta e significato

Ragazzi ci siamo.

Dopo mesi di studio e lavorazione, habemus logo.

Ma prima di spiegarvelo, mi fa piacere fare qualche riflessione insieme a te.

Sono passati TRE anni da quella sera di agosto quando io e Daniele, davanti ad un hamburger, sceglievamo il nome del gruppo che oggi tutti voi conoscete.

All'epoca il panorama dei gruppi Facebook per hotel era davvero DESOLANTE.

Un paio di grandi calderoni confusionari dove trovava spazio qualche consiglio utile tra centinaia di pettegolezzi, critiche ai clienti, lamentele e reciproco scambio di frustrazione tra membri.

In una parola sola: MEDIOCRITÀ.

Che poi é in assoluto la cosa che schifo di più al mondo.

Ma non era “solo” questo il problema.

Infatti, essendo queste “stanze” cosi eterogenee e variamente popolate, i pochi albergatori appassionati che cercavano spunti e condividevano idee si prendevano dei “capoccioni” da una mandria di mestieranti disillusi che preferivano confrontarsi su quanto puzza l’alito dei coreani al check-out (che per carità puzzare puzza l ho “testato” personalmente)

Nel frattempo decine di consulenti “scappati di casa” continuavano a spammare col mitragliatore i loro post sconclusionati sugli stessi gruppi e tutte le altre pagine “a tema” esattamente come una prostituta batte, a tappeto, tutti i viali di una città in cerca di clienti.

Male, male.

Poi siamo arrivati noi.

Con la nostra squadra di Professionisti e Amici.

E la nostra base fan, figlia dei nostri blog.

Abbiamo inaugurato l’era di “UN POST AL GIORNO” quando prima (e anche adesso là fuori), chi ne faceva uno a settimana, passava per essere un campione di continuità.

Poi sono arrivate le dirette.

Ore e ore di contenuti gratuiti su vari temi, con professionisti che normalmente si fanno pagare centinaia di euro l’ora per condividere quel genere di informazioni.

Ricordo ancora la prima volta in video un paio d’anni fa.

Quando ancora NESSUN gruppo le faceva.

E sorrido ora che le fanno TUTTI.

Dirette, interviste doppie, triple, a quattro, a cinque e a sei.

Più che webinar sono gangbang ormai.

E va bene cosi.

Il livello sta crescendo, ed é sempre stato questo il nostro obiettivo.

Me c'è di più.

Perché al netto dei corsi, delle risorse gratuite, dei contenuti giornalieri, delle risposte immediate ad ogni genere richiesta, c'é una cosa che NESSUN gruppo ci potrà copiare.

Albergatore Pro é una COMMUNITY.

VERA.

Un gruppo di professionisti da ogni angolo d’Italia che si incontrano ogni giorno per confrontarsi sul nostro mestiere, che poi é la nostra più GRANDE PASSIONE.

Sconosciuti che si sono incontrati qua per caso, sono diventati “amici” su Facebook, si sono conosciuti dal vivo ai corsi, e sono diventati AMICI nel mondo REALE.

Ogni giorno qua sopra, qualcuno trova un collaboratore, un socio, un proprietario da cui affittare, un gestore a cui affidare la propria struttura.

E sai perché succede tutto questo?

Perché siamo riusciti nel nostro intento più GRANDE.

Riunire persone che si, fanno lo stesso mestiere.

Si, hanno la stessa passione.

Ma soprattutto hanno la STESSA VISIONE.

Che è la voglia di fare le cose AL MEGLIO.

PUNTANDO ALL'ECCELLENZA.

Ed è per questo che le interazioni vengono semplici e ognuno di noi, ognuno di voi, usando la “password” Albergatore Pro può sentirsi a casa in ogni regione d’Italia.

Va beh, ormai del logo mi stavo quasi dimenticando.

Aggiungo soltanto che, nei giorni in cui il nuovo ministro del turismo “vuole organizzare una riclassificazione degli alberghi e rivedere le stelle delle nostre strutture alberghiere...”.

Io come spesso accade, ti dico che NON é questo il punto.

Perché va bene ristrutturare e ammodernare gli alberghi.

VA FATTO.

Ma in un’epoca dove tutto cambia alla velocità di un click, non sono gli edifici a fare la differenza.

Sono LE PERSONE.

Siamo noi.

SEI TU.

E anche se tecnicamente Albergatore Pro é “un’azienda che vende ad altre aziende” alla fine saremo sempre io e Daniele che parliamo con Paolo Giacometti, Massimiliano Gastaldi, Sante D'oronzo, Sarah Tomasello, Melita Teverini, Cristina Rore, Pino Decarlo, Helen Loiacono e tutti gli altri.

Perché ogni giorno, là fuori, vedo Albergatori Pro prendere strutture disagiate, in crisi, in difficoltà “che non hanno mai lavorato”, e lì vedo fare MAGIE.

Lì vedo disboscare siepi, creare giardini, ristrutturare le camere con ante degli armadi dell’Ikea (giuro!), lucidare pavimenti, rifare i siti, impostare i prezzi e riverniciare le pareti di una piscina.

Lì vedo prendere un rudere e trasformarlo.

Ogni giorno. Davanti ai miei occhi.

Ed ecco perché, il logo che abbiamo scelto, contiene un semplice ma POTENTISSIMO messaggio.

Non é l’albergo che fa l’albergatore.

Non sono le stelle.

Sei tu la stella aggiunta del tuo hotel!

Tu che sei un Albergatore Pro

P.S. donne del gruppo vi amiamo tutte.

Abbiamo scelto un uomo perché sappiamo benissimo che avete PIU' PALLE di noi e non c'è pericolo che vi sentiate discriminate.

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Come impostare una strategia CHE FUNZIONA per ottenere risultati su Facebook senza farsi fregare dagli sciacalli del web

Eccoci qua, pronti per la seconda puntata.

Nel post di ieri abbiamo capito quanto NON ha senso investire tempo ed energie per produrre e condividere contenuti organici (gratuiti) su Facebook, data la scarsa visibilità che l’algoritmo concede alle attività che non portano soldi in cassa al gigante blu.

Poi abbiamo anche visto come molti post sponsorizzati NON portano risultati, se non quello di gonfiare l’ego dell’imprenditore che li vede scorrere in bacheca.

Ok, ma quindi Facebook per gli hotel non funziona?

Assolutamente no, chi hai mai detto questo?

Funziona eccome.

Solo che negli anni è diventato uno strumento talmente vasto e complesso, che per usarne le funzionalità occorre una professionalità specifica e un aggiornamento costante alle novità.

Che sono giornaliere.

Tradotto: servono professionisti super preparati che OGNI giorno lavorano per loro stessi e per i loro clienti, preferibilmente (per noi) alberghi.

La asciugo un attimo.

Gente che lavora tutti giorni su Facebook per promuovere hotel.

Non il cugino smanettone.

Non quello che segue i social per lavanderie, macellerie e un’azienda che vende pianoforti.

E no, nemmeno il consulente tuttologo che “mi segue un po’ Facebook, un po’ di revenue e mi ha disegnato il logo”.

Ok, fino qui ci siamo messi in pari.

Ma quindi, come si investe nella maniera corretta su Facebook?

Ora, premessa. Non sono un tecnico, né un esperto di Facebook.

Ne ti seguirò MAI Facebook.

Ma sono abbastanza appassionato di tutto quello che riguarda gli hotel per approfondire le dinamiche principali fino al punto di capirne i meccanismi e poter dare un parere consapevole a chi me lo chiede.

Ok, veniamo al dunque.

Facebook vuole i soldi.

E noi vogliamo i clienti.

Quindi allo stato attuale possiamo dire che lui ha i nostri (futuri) clienti, e noi abbiamo i suoi (futuri) soldi.

Ma, anche volendo spendere 1.000 € al giorno da DOMANI, non è detto che NOI otterremmo ciò che serve.

Perché per ottenere i risultati serve una strategia (pare che adesso vada di moda chiamarla funnel).

E di seguito ti elenco i passi principali.

Premessa.

Dobbiamo strutturare le nostre campagne come attività di un cecchino di precisione.

Quindi prima di sparare dobbiamo appunto prendere la mira.

Per farlo serve installare un pixel sul sito ufficiale dell’hotel.

Cos’è un pixel?

Definizione scientifica:

È un “coso” che registra i movimenti di chi naviga sul sito.

A cosa serve?

Serve per permetterci di raccogliere dati.

Più precisi possibili.

Infatti, una volta installato, lasceremo lavorare questo pixel per qualche mese.

Luca Fronzoni dice che in questo modo lo stiamo “allenando”.

E se lo dice lui ci credo. Sulla fiducia.

L’obiettivo finale di questa attività è poter poi dare delle istruzioni precise al nostro pixel.

Quindi gli chiederemo cose tipo.

⭕️ Fammi vedere tutti gli utenti che hanno visitato il sito.

⭕️ Adesso fammi vedere tutti quelli che ci hanno trascorso almeno 50 secondi.

⭕️ Adesso fammi vedere quelli che hanno guardato la pagina delle suite per almeno 10 secondi.

⭕️ Adesso fammi vedere quelli che si sono guardati QUEL video della spa.

⭕️ Adesso fammi vedere quelli che l’hanno guardato per almeno 15 secondi.

E lui, da bravo, ci restituirà N liste con i dati richiesti.

Ora cosa ci facciamo con questi dati?

Semplice, li diamo in pasto al gigante blu.

E gli diciamo:

⭕️ Mostra questo annuncio generico con offerta a tempo e codice sconto a tutti quelli che hanno visitato il sito per almeno 50 secondi.

⭕️ Mostra annuncio SPECIFICO con pacchetto Spa a tutti quelli che hanno guardato il video sulla spa per almeno 15 secondi (ecco a cosa servono anche i video).

⭕️ Mostra un’offerta ad hoc per la suite a chi ha trascorso 15 secondi sulla pagina della suite.

E questo serve solo per lavorare sui NOSTRI potenziali clienti.

Poi viene la mia fase preferita.

Perché prenderemo l’intera lista dei visitatori del sito e chiederemo a Facebook.

Adesso trovamene altri “uguali”.

Tecnicamente sta roba si chiama “look a like”.

In pratica il cervellone prende la lista e la scandaglia per capire:

✅ Quanti anni hanno le persone che visitano il nostro sito

✅ A quali altre pagine hanno messo mi piace

✅ Che scarpe comprano

✅ Che macchina guidano

✅ In che tipo di ristoranti mangiano

✅✅✅ In che hotel hanno soggiornato

(Facebook SA TUTTO).

Alla fine della ricerca Facebook avrà fatto una proiezione della nostra lista creandone un’altra, MOLTO PIÙ GRANDE, fatta di persone con le stesse caratteristiche.

Un bel PACCONE di potenziali clienti in target a cui far vedere i gli annunci.

Ora, in materia siamo tra ignoranti.

E per fare questa roba servono professionisti qualificati che, giustamente, vogliono essere pagati.

Ma secondo te.

Un’attività fatta in questo modo, darà più o meno risultati dei 100 euro buttati sulla lista di parenti amici e fornitori?

Ecco.

Chiaramente, farlo-non farlo, investire-non investire, è scelta TUA.

Ma almeno adesso sai come funziona e hai le armi per difenderti da chi vuole approfittarsi del fatto che fai un altro mestiere.

P.S. se ti è piaciuto il post condividilo coi tuoi amici albergatori e aiutaci ad “estinguere” i mangiapane a tradimento

P.P.S. Se ti é piaciuto moltissimo e ne vuoi ancora, unisci a noi al corso di novembre.

Ti prometto che alla fine dei due giorni ci ringrazierai ancora di più.

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/


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GDPR - Responsabilità e misure di sicurezza

Il fatidico 25 è arrivato e, come ogni altra data nella storia, è passato e il mondo è andato avanti.

Ma, dato che continuate a chiederlo in tanti, faccio un breve riepilogo su quelle che sono le responsabilità di un albergatore in materia GDPR e quali sono le misure di sicurezza necessarie per proteggere i dati in formato digitale.

Sei pronto? Partiamo.

Quali sono le responsabilità per i gestori di un hotel?

Il gestore dell’hotel (Data Controller) è colui che gestisce i dati degli ospiti: è sua responsabilità garantirne la riservatezza ed agire nel rispetto della GDPR attivando all’interno del software tutte le configurazioni che permettono una corretta gestione dei dati dei propri ospiti/clienti.

Il management dell’azienda deve inoltre poter dimostrare di aver adottato tutte le misure tecniche ed organizzative necessarie per essere in linea con i principi del nuovo regolamento.

Quali sono le responsabilità del produttore del software?

Il fornitore del software è invece il Data Processor, l’azienda che fornisce il gestionale, strumento con il quale i dati vengono raccolti e trattati.

La normativa impone che il software sia conforme al GDPR “by design” e “by default”, ovvero che nella fase della progettazione tenga conto delle nuove norme sulla privacy.

Di seguito sono elencati gli accorgimenti che l’azienda hotel dovrebbe attuare per poter adeguarsi alla normativa

1. Rivolgersi ad un consulente legale o ad un esperto in materia di privacy per un’analisi dei dati che vengono trattati all'interno dell’azienda e degli accessi forniti ai diversi operatori, garantendo sicurezza e controllo.

2. Affidare l’analisi dell’infrastruttura informatica (server, computer, sistemi operativi, antivirus, firewall, cloud) a un tecnico o consulente hardware, che garantisca la sicurezza del sistema informatico dell’azienda.

Ad esempio, il sistema operativo adottato, dovrebbe aggiornarsi periodicamente per essere in linea con le normative del GDPR, in caso contrario l’azienda può essere soggetta a sanzioni perché non possiede un sistema informatico a norma.

3. Definire insieme al consulente legale il periodo di conservazione dei dati dei clienti da inserire all'interno del proprio gestionale.

4. Predisporre informative chiare e richieste di consenso in linea con il GDPR, per poter dimostrare di aver ricevuto un consenso esplicito da parte del titolare dei dati.

5. Fornire un’adeguata formazione al personale sul GDPR, per garantire che le istruzioni del management siano recepite ed adottate dallo staff nelle operazioni di gestione.

Di seguito invece vediamo quali sono i parametri che permettono di rendere i software compatibili con il GDPR.

Per semplificazione, verrà utilizzato il termine “azienda” per indicare l’hotel utilizzatore del software.

Alcuni esempi riguardano nello specifico il trattamento dei dati degli ospiti da parte dell’hotel mentre altri, più in generale, trattano delle politiche di conservazione dei dati e delle attività di email marketing valide per entrambe le tipologie di attività.

1.Acquisizione dei dati del cliente

1.1. Dati necessari alla prenotazione

Ogni ospite, per soggiornare in struttura, deve poter fornire il consenso all’hotel per il trattamento dei dati sensibili, secondo la normativa del GDPR (indipendentemente dalla modalità in cui avviene la prenotazione).

Il cliente, per legge, non può esimersi dall’accettazione del trattamento dei propri dati.

1.2. Consenso per l’invio di comunicazioni di marketing (se l’azienda possiede il modulo CRM)

In occasione della richiesta dei dati ai fini della prenotazione o dell’emissione della fattura l’azienda può richiedere al cliente anche il consenso per ricevere email promozionali.

Sul gestionale, in base alla volontà del cliente, dovrà essere impostato un apposito flag e automaticamente verranno inseriti anche data e ora del consenso.

• Consenso positivo: il cliente riceverà email promozionali da parte dell’hotel;

• Consenso negativo: oltre a non poter inviare comunicazioni con finalità di marketing al cliente, il software manterrà solo i dati necessari per adempiere agli obblighi di legge.

Nel caso del soggiorno in hotel, tutti i dati sensibili verranno cancellati al momento del check out dell’ospite. Il software DEVE prevedere questa funzionalità.

1.3. Recesso del consenso all’invio di comunicazioni di marketing (se l’azienda possiede il modulo CRM) La cessazione del consenso può avvenire nel caso in cui:

• L’ospite, durante un suo successivo soggiorno in struttura, decide di non rinnovare il consenso che aveva espresso nei soggiorni precedenti;

• Il cliente invia una comunicazione all’azienda, con cui esercita il proprio diritto di non ricevere più email promozionali.

In entrambi i casi sopra elencati, oltre a non inviare più email di marketing al cliente, il software DEVE poter cancellare dal database tutti i dati sensibili di quest’ultimo dalle prenotazioni esistenti.

Per dati sensibili si intendono l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, l’appartenenza sindacale, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute (allergie), alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona, aggiunti nelle note in anagrafica (note video, note stampa, note servizio), note nella scheda di prenotazione ed eventuale foto del cliente.

2. Conservazione dei dati a fini fiscali La conservazione a fini fiscali dei dati personali riguardante l’ospite, per la legge italiana, può arrivare fino a 10 anni.

Trascorso questo periodo l’azienda non ha più motivo di conservare tali dati e l’anagrafica deve essere anonimizzata in automatico dal gestionale: devono poter essere criptate tutte quelle informazioni che possono identificare una persona in modo univoco

L’anonimizzazione automatica dell’anagrafica DEVE poter essere impostata sul gestionale.

3. Conservazione dei dati per l’email marketing (data retention) (se l’azienda possiede il modulo CRM)

Come già indicato, il gestore dell’hotel, insieme al proprio consulente della privacy, dovrà impostare sul gestionale un limite massimo (ad esempio 2/3 anni) entro il quale potrà mantenere all’interno del suo database i dati dei clienti per l’invio di email promozionali.

Trascorso tale periodo, il gestionale DEVE rimuovere in automatico l’autorizzazione all’invio di email di marketing.

4.Accesso alla visualizzazione dei dati

4.1. Visualizzazione carte di credito I dati delle carte di credito possono essere visibili all’interno del software, solo se le password di accesso rispettano le norme della PCI livello 1 (illustrate sotto).

Se la password non rispetta tali requisiti, i dati delle carte non possono essere visibili agli operatori.

Di seguito sono elencati i requisiti minimi della password per aderire alla PCI:

• Lunghezza di almeno 7 caratteri
• Alfanumerica
• Con maiuscole e minuscole
• Deve essere cambiata almeno ogni 90 giorni
• Non può essere uguale alle ultime 4 password usate
• Può essere sbagliata massimo 6 volte prima di incorrere in una sospensione di 30 minuti

4.2. Visualizzazione e accesso ai dati Per una maggiore tutela, deve poter essere attivata sul gestionale una sezione “Log”.

Da questa sezione sarà possibile visualizzare le seguenti operazioni:

• Log-in o log-out dal gestionale
• Inserimento, modifica e cancellazione dei dati
• Stampe e export di dati
• Filtri di ricerca applicati
• Ricerca di una specifica anagrafica e visualizzazione delle informazioni

Inoltre, deve poter essere possibile configurare i diversi livelli di accesso degli operatori al menù del gestionale.

Ogni utente abilitato deve poter aver accesso solo ai dati degli ospiti inerenti allo svolgimento delle proprie mansioni.

Ad esempio, la governante potrà visualizzare eventuali note sulle allergie dell’ospite, ma non avrà accesso ad altri dati come nome, nazionalità ecc.

Ultimo ma non meno importante.

Se avete sui vostri pc archivi anagrafiche salvati in formato word o excel (o qualsiasi altro formato) il software (office) deve essere protetto da password con le stesse caratteristiche di cui sopra.

In alternativa il computer su cui sono salvati i dati di cui sopra deve essere configurato in un dominio di rete, protetto da password con le stesse caratteristiche di cui sopra.

Sperando di averti dato una mano ti auguro buona domenica!!

P.S. adesso però torniamo a fatturare!!

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Dai banchi di scuola al banco della reception - Come usare le proporzioni per fare revenue

Ci siamo, l’estate è alle porte e i planning degli hotel sono sempre più colorati. 🙂

Ora, per quanto il colpo d’occhio può essere immediato e rassicurante, e per quanto tu possa far funzionare il tuo emisfero destro, hai sicuramente capito che serve un controllo decisamente più analitico della semplice sensibilità al colore.

In realtà i controlli sono diversi e diverso tipo.

Più precisamente vanno fatti da distanze diverse.

Cosa intendo?

Intendo che, esattamente come in una panoramica da satellite, occorre analizzare i numeri da ALTEZZE DIVERSE.

Proprio così.

Hai presente quando si vede prima la terra come una pallina in lontananza, e poi si zoomma sempre di più, fino a trasformare una pozzanghera nell’oceano atlantico?

Ecco, è esattamente questo che intendo.

Ma ora scendiamo nel pratico dell’analisi dei dati di un hotel.

Cosa ci serve?

Numeri complessivi, numeri del mese, numeri per unità di tempo (che a seconda della destinazione, sarà una settimana, 3-4 giorni, o una singola data)

Perché occorre fare questo?

Perché nessun controllo basta a se stesso.

Spaccare il capello sul singolo giorno non serve a niente senza una visione mensile.

E allo stesso modo un mese superperformante NON è garanzia di buoni risultati complessivi.

Il problema è che, in generale, è difficile mantenere questo approccio ELASTICO all’analisi.

Soprattutto ora che si entra nel vivo della stagione e bisogna portare a casa il risultato OGNI SINGOLO GIORNO.

Per intenderci.

Sono sicuro che sai esattamente quante camere hai libere oggi.

Ma non sono altrettanto sicuro che sai quanto hai sul piatto per il mese di giugno.

E quanto manca in euro al raggiungimento del budget.

Anzi, a dir la verità non sono nemmeno cosi sicuro che hai un budget di giugno.

E se ti chiedo quanto hai sul piatto per l’intera estate?

Anche qua, per esperienza, molti non saprebbero rispondere.

Alcuni perché non hanno strumenti di controllo sufficientemente avanzati.

Altri semplicemente perché non hanno l’allenamento a questo tipo di analisi, presi come sono dall’operatività quotidiana.

Ok, ma non dovevamo parlare di proporzioni?

Calma cow boy, ci arriviamo.

Perché è uno dei controlli più importanti da fare per capire se la rotta è corretta, da un punto di vista prezzi e occupazione, è il confronto tra storico e previsionale MENSILE.

Scendiamo nei dettagli?

Ok, armati di report e recupera:

Produzione per mese giugno 2017. Occupazione % giugno 2017.

Fatto?

Ok, ora recupera previsionale (su prenotazioni inserite) giugno 2018.

Anche qui ci occorrono produzione complessiva in € (valore delle prenotazioni) e percentuale di occupazione ad oggi.

Fatto?

Ok, ora siamo pronti a fare un tuffo all’indietro per tornare alle superiori.

Facciamo un esempio numerico di fantasia.

Poniamo che i dati di giugno 2017 siano:

Occupazione 50%
Produzione 89.000 €

Ok, ora poniamo che i dati previsionali di giugno 2018 siano:

Occupazione 37%
Produzione 69.000 €

Come stiamo andando?

Bene? Male?

Chiuderemo con incremento? Abbiamo venduto troppo basso?

Ora, per quanto nessuno possa avere la SFERA di cristallo, proviamo ad avvicinarci al risultato.

Per farlo servono altri dati.

Al 01/06/17, qual era la situazione previsionale del mese?

Occupazione 34%
Produzione 54.000 €

Ok, dall’esempio risulta facile prevedere che, a meno di catastrofi ambientali, COME MINIMO, raggiungeremo l’occupazione dell’anno scorso colmando l’attuale gap del 17% (differenza tra 50% consuntivo 2017 e attuale previsionale del 37%).

Ma qualora fosse?

Se pareggiassimo l’occupazione, che ipotetico fatturato potremmo aspettarci?

Ed é qui dobbiamo rispolverare quaderno a quadretti e penna stilografica.

A dir la verità io prima di proseguire nella scrittura del post mi sono armato di penna Albergatore Pro e retro di una bolletta dell’ADSL (solo a me scadono ogni volta e pago multe come un allocco?).

Ora vediamo che tipo di proporzione impostare:

69.000 (produzione previsionale 2018): 37 (occupazione % previsionale 2018) = x (ipotesi di produzione 2018) : a 50% (occupazione a consuntivo giugno 2018)

Ve la rifaccio senza note:

69.000 : 37 = x : 50

X = 69.000 x 50
____________________
37

x= 93.243

Cosa abbiamo appena scoperto?

Abbiamo ipotizzato che, raggiungendo la stessa occupazione del 2017 (cosa molto probabile dato che oggi siamo a +3% rispetto a stessa data del 2017), mantenendo la stessa retta media con cui stiamo vendendo ora (che in teoria dovrebbe alzarsi se fate revenue), raggiungeremmo una produzione complessiva di 93.243 €.

Sarebbe a dire oltre 4.000 € in più a parità di occupazione rispetto al 2017.

Sicuramente un dato positivo.

Ma cosa significa?

Partiamo dalle certezze: ipersemplificando significa che stiamo fatturando di più e che avremo più margine.

Ma significa anche che stiamo vendendo meglio?

Non necessariamente.

==> Potremmo avere semplicemente venduto date che valgono di più (un sabato non vale come un lunedì e l’ultima settimana di giugno non vale come la prima, giusto?)

==> Potremmo aver venduto tipologie che valgono di più (e questo è bene ma nel tempo il dato potrebbe variare omogeneizzandosi)

==> Potremmo aver venduto le stesse camere a più persone (e quindi incrementando la retta media in maniera “casuale”)

Quindi, dobbiamo aspettarci di chiudere il mese a 93.243…?

No, in realtà possiamo aspettarci di chiuderlo meglio.

Ma per fare un’ipotesi indicativa serve un’altra proporzione.

Non fare quella faccia, lo so che ci stai prendendo gusto. 🙂

Da dove partiamo?

Te lo dico io.

Abbiamo detto che ad oggi, abbiamo un’occupazione previsionale del 37%, giusto?

Ok, e abbiamo anche detto che, alla stessa data dell’anno scorso (01/06/17), per giugno avevamo un’occupazione previsionale del 34%.

Quindi per ora, siamo a + 3%.

Ipotizziamo di portarci questo vantaggio fino alla fine?

Ok, siamo pronti per la seconda proporzione.

69.000 (produzione previsionale 2018): 37 (occupazione % previsionale 2018) = x (ipotesi di produzione 2018) : a 53% (occupazione a consuntivo giugno 2018 + attuale incremento percentuale previsionale)

69.000 : 37 = x : 53

X = 69.000 x 53
____________________
37

x= 98.837 €

Visto il risultato?

Stai già pensando dove spenderti i quasi 10.000 € di incremento?

Sbagliato.

In questo caso un VERO Albergatore Pro deve pensare dove spenderne 5.000 € perché gli altri 5.000 € li REINVESTE in advertising per ottenere crescita esponenziali sui mesi che restano alla fine dell’estate.

Ora capisci perché, a volte, (non faccio nomi) con DUE (!!) giornate di formazione, un hotel può ottenere un incremento di 50.000 € sull’anno precedente?

Bene, questa volta offro io.

Stampa questo report e mettilo insieme agli altri nella cesta dei regali di Albergatore Pro.🙂

P.S. Sei non vieni a novembre oltre che pazzo incosciente, sei un INGRATO.

Perché solo questo post vale il prezzo del biglietto.

Come dici? Vuoi sdebitarti subito?

Clicca qui:

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro


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Scopri perchè dal 26 maggio saper usare il copy sara ancora più importante e perché la GDPR avrà il ruolo della safety car in una gara di formula 1

Come sai, venerdì 18 ore 19.00 abbiamo organizzato un vero e proprio webinar sul tema privacy (chiamarla diretta sarebbe riduttivo).

In quell’occasione affronteremo con l’esperto Fabrizio D’Agostino la questione nei dettagli e capiremo cosa cambia per gli albergatori.

Ma nel frattempo posso anticiparti cosa cambia da un punto di vista marketing.

E partiamo dallo status quo.

Oggi ogni Albergatore Pro che si rispetti investe CON COSTANZA nella creazione di una lista contatti profilati.

Tradotto: oltre, ovviamente, a quelle dei clienti ospitati, raccoglie email sistematicamente, ogni giorno.

==> Le chiede a chi fa richiesta telefonica (per inviare preventivi o con la “scusa” della waiting list in caso di non disponibilità)

==> A chi fa walk-in (sia che il cliente decida di soggiornare o meno)

==> A chi vuole scaricare una guida della destinazione (facendolo atterrare su un’apposita landing page)

Ed altri interessanti trucchetti che faccio applicare abitualmente ai miei studenti privati (e che ovviamente non sto a svelarti qui ora).

Ora, questo fino a ieri costituiva un GRANDE vantaggio competitivo.

Perché permetteva di creare un DATABASE enorme, da sfruttare per fare marketing (e solo in ultima battuta per inviare offerte).

E la cosa era incrementale.

Perché nel frattempo ogni giorno un albergatore non pro, chiudeva il telefono dicendo “non abbiamo disponibilità” senza chiedere uno straccio di contatto.

Quindi, grazie a questa semplice abitudine, anche senza una vera strategia di marketing e/o un brand attrattivo si ottenevano buoni risultati.

Sfruttando la FORZA BRUTALE dei numeri.

Si, perché, a parità di conversione (esempio 3 prenotazioni ogni 1000 mail inviate) se un albergatore con 25.000 contatti incontra un albergatore con 1.000 contatti, l’albergatore con mille contatti é un albergatore morto (di fame).

Ma ora cambia tutto.

Perché dal 25 maggio l’esito della gara torna completamente in discussione.

Perché?

Semplice.

Perché la nuova normativa GDPR, scompiglia le carte come l’ingresso della safety car dopo un temporale in una gara di formula uno.

Cosa intendo?

Intendo che il vantaggio accumulato nei “giri” precedenti viene annullato.

E si riparte “tutti alla pari.”

Proprio cosi.

Perché dal 25, per poter “usare” le migliaia di email che compongono il tuo database dovrai chiedere di nuovo il permesso.

Cioè inviare una mail a tutti i contatti per farti autorizzare ad inviare nuove comunicazioni in futuro.

Riesci ad immaginare cosa succederà?

Se non hai ancora trovato il coraggio per dirtelo a voce alta, lo faccio io.

Succederà che le grasse liste contatti alimentate negli anni faranno la fine dei detenuti nella clinica di dimagrimento del famigerato Dott. Birkenmeier ne “Fantozzi contro tutti” (se non l’hai visto sei pregato di auto-sventolarti il cartellino rosso).

Quindi cosa?

Non si potranno più inviare mail?

Certo che si.

Solo che “non basterà più inviare mail”.

Dovrai fare in modo che le tue email diventino talmente interessanti da venire associate nella testa del tuo potenziale cliente ad una forma di intrattenimento.

Cosa intendo?

Dovranno incuriosire.

Dovranno coinvolgere.

Dovranno emozionare.

Dovranno creare un desiderio.

É una cosa facile?

Assolutamente no.

É una cosa che si può imparare?

Assolutamente si.

Come?

Per il momento hai due modalità:

1. Guarda il webinar di Daniele Sarti sull’email marketing per hotel cliccando qui.

2. Studia attentamente il mio intervento sul copy dell’edizione del corso 2017 (ovviamente se ti sei iscritto e hai ricevuto la chiavetta magica).

P.S. al prossimo Albergatore Pro affronterò personalmente l’evoluzione delle modalità di comunicazione hotel-potenziale cliente

P.P.S. Io se fossi in te non mancherei

https://www.albergatorepro.com/iscrizione/


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Vendere in parity rate - Quattro fattori che forse non hai considerato

Il gruppo Albergatore Pro esiste da 3 anni.

Ogni giorno cresce di numero, ogni anno si evolve nei concetti.

Tutto bene, ma c’è un “problema”.

Tendenzialmente non ripetiamo OGNI giorno concetti che abbiamo già affrontato. (Per questo esiste l’apposita funzione “cerca”).

Ma, contestualmente non possiamo dare per scontato che “i nuovi” siano in pari con tutti i “vecchi argomenti”

Infatti, mi rendo conto che alcuni principi che considero “scontati”, per molti non lo sono affatto.

Nello specifico mi riferisco al concetto di parity rate, tanto dibattuto quanto vasto nella sua complessità.

Partiamo dai fatti.

A seguito della battaglia vinta da Federalberghi oltre un anno fa, oggi gli hotel hanno il diritto contrattuale di poter vendere in “disparity” rispetto alle OTA, cioè a tariffe più vantaggiose.

Cosa vuol dire?

Vuole dire, ipersemplificando, che se vendo sulle OTA una camera doppia a 80€ in B&B, sul mio sito posso vederla a 75 € (o meno) e nessun avvocato mi recapiterà una diffida per questo.

Ora, giusto o sbagliato, non è questo il momento di discuterne e ho comunque già espresso il mio parere più volte in passato. (Se ti interessa digita “parity rate” nella sezione cerca).

La domanda di oggi invece é un’altra e più tecnica.

Cosa significa veramente parity rate?

Stesso prezzo?

Basta così? Sei sicuro?

No, te lo dico io, NON basta.

Anche se letteralmente è questo che significa, nei fatti la questione é molto più articolata.

La mia interpretazione è che si vende in parity rate quando le condizioni offerte sul sito ufficiale dell’hotel sono pari a quelle pubblicate sulle OTA.

Ma quali sono queste “condizioni”?

Facciamo insieme un breve riepilogo:

1. Prezzo: ovviamente si parte da qui. Se la Retta B&B sulle OTA é pari a 80 €, lo stesso prezzo DEVE essere disponibile sul sito. Ça va sans dire 🎩

2. Regole di deposito: se su Booking è richiesta solo una carta di credito a garanzia, sul sito ufficiale non PUÒ essere richiesta una caparra. Nel del 30%, ne del 10%, ne di un euro. Perché questo cambia le condizioni (e tecnicamente immobilizzando un “capitale” causa anche un costo finanziario, ricordi la storia dell’euro nel carrello di Aldo Giovanni e Giacomo? 😜

3. Regole di cancellazione: se su booking c è una cancellazione gratuita a TRE giorni, sul sito non può essere presente una cancellazione a CINQUE, ne a QUATTRO. Perché questo cambia le condizioni (e tecnicamente rappresenta un costo di cancellazione aggiuntivo in caso di cancellazione a quattro giorni) ⛔

4. Stesse rette disponibili: eh, si. Perché se il B&B è fuori allo stesso prezzo ma su booking c’é anche una “Non rimborsabile” scontata del 10%, ecco che cade la parity rate. Quindi stesso prezzo, STESSE RETTE.

5. Stessi sconti fidelity: ancora, si. Perché se esci su Booking ad un prezzo di 80 €, con la non rimborsabile arrivi a 72 € (-10%) e con lo sconto booking Genius, riservato agli utenti Genius (cioè il 70% degli utenti) scendiamo di un altro 10% per arrivare 64,8, cioè ben 15€ in meno rispetto al 80€ di partenza. Quindi garantire SEMPRE sconti fedeltà ai clienti che hanno già soggiornato (almeno 10%)

Ora, sto dicendo che TUTTI gli alberghi DEVONO adottare queste strategie?

Assolutamente no.

In alcuni RARI casi fortunati, incontrato albergatori che vivono felici in disparity.

Ma…

Se le OTA rappresentano un volume importante del tuo fatturato e tu credi di essere serenamente in parity rate ma la % di intermediazione non scende mai, ti consiglio caldamente di verificare i 4 punti di cui sopra.

Poi, se hai fatto tutti i compiti, ma dal tuo sito non batti un chiodo comunque, clicca su link qua sotto e iscriviti al corso di novembre che ti spiego come si fa.

https://www.albergatorepro.com/iscrizione/

P.S. abbiamo ancora 48 posti disponibili, Hurry up!!


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Revenue per hotel che vendono pacchetti a persona - Trucchi per prevedere il futuro

Una delle cose più difficili in materia di revenue management è la gestione delle tariffe di un hotel leisure che vende a pacchetto.

Si perché la maggior parte delle discussioni e pontificazioni degli “esperti revenue” sono legate alla gestione revenue dei prezzi a camere in B&B.

Ora niente, di male per carità.

Essendo che la gestione tariffaria dinamica è nata prima nelle grandi città, è normale che il parametro principale sia la vendita a camere in B&B.

Peccato però che il 46% degli hotel Italiani siano 3 stelle e che, di questi, il 70% vendono pacchetti che includono il ristorante.

Quindi con prezzi A PERSONA.

Il tutto senza contare 4 e 5 stelle con ristorante che vendono comunque allo stesso modo.

Ora, giusto o sbagliato, retrogrado o avanzato che sia, questo è lo scenario la fuori.

Quindi, mentre la maggior parte degli esperti si confronta su pick-up, ADR, in mirabolanti thread (discussioni) che sono ARABO per l’80% degli interlocutori…(perché fanno così non si sa).

là fuori ci sono almeno 15.000 albergatori il cui problema principale è capire se possono o meno alzare il prezzo di 3 € a persona per la seconda settimana di giugno.

Capisco che è meno sexy come discussione.

Capisco che parlare potabile fa meno docente di Oxford, ma questa cari miei è la REALTA’.

Ed è anche parecchio più difficile da gestire purtroppo.

Perché l’oscillazione delle tariffe si imposta sul scaglioni minimi che determinano variazioni legate agli sconti, a loro volta legati al periodo e alle fasce di età.

Insomma, un BEL CASINO. (E ti assicuro che in Romagna siamo cintura nera di listini complessi)

Quindi siccome da sempre, Albergatore Pro è al servizio della realtà, mi scuserai se parlo “rurale” ma ho un paio di spunti concreti da offrire a chi, come me, sbatte la capoccia ogni giorno su questi problemi.

Punto 1) E’ fondamentale avere un gestionale o un sistema di archiviazione qualsiasi (anche Excel va bene) che ci permette di monitorare il venduto SETTIMANA PER SETTIMANA (perché in tante destinazioni leisure quello è l’indice medio di soggiorno).

Punto 2) Va verificata SETTIMANALMENTE la proiezione del venduto, settimana per settimana, e confrontata con l’anno precedente (meglio, se possibile, consultare due anni di storico)

Tradotto: ogni lunedì (o quando ti pare) devi verificare quante camere hai venduto per la seconda di giugno e se ne hai vendute più o meno rispetto all’anno precedente.

Punto 3) In funzione delle vendite, è necessario procedere a rialzi graduali SOLO SULLE SETTIMANE che stanno performando come o meglio delle aspettative.

Tradotto: se per la seconda di giugno hai venduto 30 camere laddove l’anno scorso ne avevi vendute 26, a parità di prezzo, puoi procedere ad un rialzo (di quanto dipende da tanti fattori tra cui la categoria, il servizio offerto dall’hotel e, non ultimo, IL CORAGGIO).

Ora qual è il problema?

Il problema è che spesso, la normale ansia da prestazione dell’imprenditore, crea dei BLOCCHI PSICOLOGICI, che impediscono di effettuare rialzi, anche quando supportati dai dati.

Cosa fare quindi?

La risposta è sempre NEI NUMERI.

Quindi, ora ti svelo un trucco che ti permetterà di valutare analiticamente e decidere SERENAMENTE di prenderti i rialzi che ti spettano per ottenere i risultati che TI MERITI.

Sei pronto?

Oltre ad analizzare i dati di cui sopra, un “trucco” particolarmente efficace è quello di impostare la struttura del sito ufficiale con una “landing page” per ogni offerta.

Tradotto: deve esserci un link permanente per ogni settimana in modo da monitorare le conversioni e le statistiche relative a visite e coinvolgimento (quanti utenti cliccano sul link, quanto tempo trascorrono sulla pagina)

Qui trovi un esempio: https://www.campingcesenatico.com/1-it-43043-offerta-di-luglio-per-vacanze-in-housing-tent-con-servizio-spiaggia-omaggio.php

A cosa serve?

Serve perché oltre a vedere la progressione delle camere vendute, essendoci un periodo di transizione tra visita e richiesta, consultando le statistiche delle visite delle offerte delle varie settimane, nell’ultima settimana, siamo in grado di “PREVEDERE IL FUTURO”.

Proprio così.

Perché, la tanto desiderata richiesta informazioni (o preventivo), NON ARRIVA IMMEDIATAMENTE dopo che il cliente ha individuato la sua settimana ideale.

E’ necessario un tempo di maturazione, che statisticamente è di circa 7-14 gg

Il tempo di capire se una persona può prendersi le ferie e/o di confrontarsi con moglie/marito per la decisione definitiva.

Quindi, analizzato le statistiche delle visite degli ultimi 7-14 giorni siamo in grado di prevedere il trend delle richieste DEI PROSSIMI 7-14 giorni.

E in questo modo sarà molto più semplice andare a modificare la casellina dei prezzi in excel al rialzo di quanto serve per MASSIMIZZARE I MARGINI.

Non dico senza ansie. Perché quelle esisteranno sempre.

Ma sicuramente in modo molto più consapevole e con la SERENITÀ’ di aver applicare un METODO.

Senza tornare ai tempi degli Auguri e degli Aruspici.

Ecco, vedi che anche io posso fare il professore??

Scherzi a parte gente.

Se l’argomento interessa posso fare una bella diretta, IN ESCLUSIVA, sul tema “revenue per hotel che vendono a pacchetto.”

Poco inglese, MOLTA SOSTANZA.

Lascia un commentone se ti piace l’idea.

P.S. poi ovviamente approfondiamo tutto a novembre.

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/


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Ogni quanto ti aggiorni?

Nell’extranet di Booking era presente già da parecchio tempo, ma solo ultimamente, o almeno io me ne sono accorto solo ultimamente, è visibile anche lato cliente la parte del profilo.

Se compili i campi in Struttura-> Il tuo profilo, in fondo alla pagina del tuo hotel, comparirà la sezione “Il tuo host”.

Mmh, forse vagamente copiato ad Airbnb?

Forse su Booking stanno sbarcando anche una marea di appartamenti “improvvisati”?

Non ha importanza.

L’importante è, come sempre, avere sempre i profili del tuo albergo COMPLETI ed AGGIORNATI su qualsiasi piattaforma.

Quanto spesso fai un giro negli extranet delle tue OTA per dare un’occhiata alle novità o aggiornare le foto?

Quanto spesso cerchi il tuo hotel su Google e controlli che tutti i risultati abbiano le informazioni corrette?

Quanto spesso aggiorni le foto o i testi?


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Il vero eroe sei tu... se fai come Booking!

Ok, credo di essermi già attirato le antipatie di molti inneggiando a Booking, ma spiego subito il motivo.

Siamo d’accordo che bisogna sempre imparare dai migliori?

Bene.

Ma come?

Non so se lo conosci, probabilmente funziona di più all’estero, ma booking ha dato vita al progetto #BookingHero

Come funziona?

Semplice:

– Gli ospiti nominano il loro #BookingHero su Instagram, Facebook o Twitter.

– Scrivono il nome della struttura, il ruolo del membro del personale che è stato il loro #BookingHero e la storia di come questa persona ha SUPERATO OGNI ASPETTATIVA.

– La storia migliore vince il premio di #BookingHero di 25.000 € da spendere su Booking, più altri 25.000 € per l’ospite che lo ha nominato.

– I due secondi classificati ne vincono invece 5.000 €.

Esatto, non si vincono soldi ma credito da usare sul portale!

Ora, perché non potresti fare anche tu la stessa cosa per il tuo hotel?

Stesse regole, con hashtag #nomehotelhero (o #eroenomehotel se i tuoi clienti non masticano l’inglese) e premi un po’ più contenuti, a seconda delle tua struttura.

Che risultati otterrai?

Effetto “viral” sui social (lo so, lo so, non pagate i fornitori coi like, ma in questo caso è visibilità “utile”).

I tuoi dipendenti daranno il 110% per far vivere la MIGLIORE ESPERIENZA ai tuoi clienti, in cambio di un benefit a tua scelta (soldi, giornata di riposo extra, esenzione da mansioni che odiano, ecc…).

I tuoi clienti faranno pubblicità gratuita al tuo hotel, attirando altri clienti.

I vincitori riceveranno un premio che li farà tornare da te!

Ti viene in mente un motivo per cui non farlo?

Mi aggancio anche al post di ieri in cui in una persona regalava un buono di 15 € di booking.

Ovviamente non fa piacere perché dirotta traffico sul portale, ma perché non fare un buono “porta un amico” a chi ha soggiornato, o, ancor meglio, a chi ha appena prenotato?

Non credo sia così malvagia come idea.

Allora, vuoi essere l’eroe dei propri clienti? 🤠

P.S.
Possibile che non ci sia l’emoji di Superman?

Spero si capisca che intendevo Indiana Jones…


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