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La mia VERA missione e il pallone di Space Jam

In queste ore sono in uno stato d’animo TOTALMENTE innaturale.

Svuotato ma felice.

Stordito ma soddisfatto.

Stanco ma leggero.

Insomma, ci siamo capiti.

Ora, in tutto questo frullato emozionale sto ricevendo ininterrottamente una serie messaggi MERAVIGLIOSI di ringraziamenti per il corso.

Roba che farebbe decollare su Marte anche il più umile tra gli umili.

Poi per fortuna penso alle parole di Arrigo Sacchi, penso agli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia e da tutte le persone che ho conosciuto in questi anni e cerco di darmi una spiegazione razionale.

L’ho detto mille volte.

Io NON sono un genio.

Perdo il cellulare, le chiavi, mi chiudo fuori casa, brucio le uova mentre scrivo un post su Facebook…

Tutte cose che mi capitano piuttosto spesso e mi squalificano dalla possibilità di vincere un Nobel per la scienza.

Detto questo, so diverse cose riguardo l’hotel e forse sono capace di “unire i puntini” come mi hanno detto diversi di voi in questi giorni…

Oltre a questo mi piace il basket (che alla fine c’entra sempre).

Si, perché per cercare di spiegare quello che voglio trasmettervi con questo post, mi è tornata in mente una scena del mitico film Space Jam, con Michael Jordan.

Ora, nel caso fossi uno di quei pochi sciagurati a non averlo visto, spiego subito di cosa si tratta.

Nel film una banda di alieni, scendono sulla terra decisi a rapire i Looney Tunes (Bugs bunny, Daffy duck, ecc…) per farli diventare l’attrazione di un parco giochi su un pianeta immaginario.

Vedendoli molto bassi, Bugs e soci decidono di sfidarli a basket.

Se vincono restano, se perdono si trasferiscono.

A questo punto però, disposti a tutto per non perdere, gli alieni decidono di “rubare” il talento ai migliori giocatori del NBA.

Per farlo usano un un pallone da basket in grado di assorbire il talento dalle mani dei campioni (scena nella foto).

Ecco, proprio ora che ti stavi appassionando alla storia, torniamo a noi…

Perché io ho quel QUEL pallone.

E questo è il mio talento.

Nel mio continuo viaggiare, incontrare, studiare e confrontarmi con i migliori Albergatori in Italia, assorbo il vostro talento.

Ma NON lo rubo, perché a voi rimane.

Al contrario, il patto è molto più NOBILE.

Io vi trasmetto tutto quello che ho imparato dai grandi Albergatori che ho conosciuto prima di voi, e voi in cambio mi trasferite le vostre conoscenze, i vostri valori, i vostri segreti.

In un circolo virtuoso che ci rende sempre più pieni di talenti da condividere con chiunque sarà abbastanza illuminato da concedere i propri, per lasciarsi illuminare.

Questo è il seme che da origine alla nostra comunità.

Questo è il virus che sta rendendo l’Italia degli albergatori un posto migliore, più aperto, più consapevole e più vincente.

Una SQUADRA che ha abbandonato la tattica del difendere i propri segreti, abbracciando la strategia di condividerli, per moltiplicarli.

Un gruppo di centinaia di persone che giocano all’attacco, in un paese che gioca in difesa…

Questa è la mia MISSIONE.

Questo è il principio alla base di Albergatore Pro.

Grazie a TUTTI voi che con la vostra fiducia rendete possibile tutto questo.

#albergatorepro2019


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Il pregiudizio di sopravvivenza uccide la crescita del tuo hotel

Da qualche giorno su Facebook circola questa immagine che racconta un’affascinante storia risalente alla seconda guerra mondiale…

In pratica gli alleati decisero di “mappare” i fori di proiettile degli aerei colpiti dalla contraerea nazista.

Lo scopo era quello di rinforzare le aeree più bersagliate per rinforzare ulteriormente i mezzi, proteggendoli così dagli attacchi nemici.

Un matematico, di nome Abraham Wald, giunse però a tutt’altra conclusione: i puntini rossi, che vediamo nell’immagine, rappresentano solo i danni subiti dagli aerei che tornarono alla base, e non da quelli abbattuti.

Secondo lo studioso infatti, le aree che dovevano esser rinforzate erano quelle in cui non c’erano puntini rossi, poiché se fossero state colpite l’aereo e il suo pilota non avrebbero più fatto ritorno a casa.

Questo fenomeno si chiama “Pregiudizio di Sopravvivenza”.

Ora, sapete cosa vi dico?

Che in anni di analisi posso garantirvi che quando si vuol migliorare la performance di un hotel vale la stessa identica regola.

Come ormai sapete, alla base del Metodo Albergatore Pro, c’è un attenta analisi dei dati e la prima cosa che facciamo è concentrarci sul margine di miglioramento dell’hotel in questione.

In pratica, analizziamo lo storico e capiamo qual è il DELTA tra i risultati ottenuti, e il reale potenziale dell’hotel in questione.

Per farlo ovviamente occorre avere piena consapevolezza della destinazione di riferimento, conoscere i numeri e le azioni da compiere per colmare il gap.

Tutte cose che richiedono ANNI di ricerche, comparazioni, e un aggiornamento continuo sulle evoluzioni di mercato.

Ma prima ancora di questo serve un CAMBIO di prospettiva.

Perché dove un albergatore senza metodo guarda i suoi risultati, si lamenta, e si concentra su come far tornare i conti…

Un Albergatore Professionista SA qual è il massimo risultato possibile e mette quell’obiettivo nel mirino fino a quando non lo avrà raggiunto.

Cerca libri, studia, partecipa a corsi, si confronta con altri colleghi con la stessa ambizione e cerca i migliori professionisti sul mercato per aiutarlo a crescere.

Ora, capita spesso che alcuni amici albergatori che ho seguito negli anni, mi ringrazino oltre-misura per i risultati che abbiamo ottenuto insieme…

La mia risposta è sempre la stessa:

“Quando l’allievo è pronto, il maestro appare.”

E per quanto il mio contributo possa avere influito per raggiungere il risultato, SEI TU ad aver trovato me.

Tramite un articolo, un post su Facebook, una puntata del podcast o un video su Youtube.

Tu mi stavi cercando, perché TU avevi deciso di cambiare.

Ora, non è nel nostro stile mentire, né mistificare la realtà.

Mediamente portiamo in sala IL TRIPLO delle persone rispetto ad altri corsi considerati “un successo” e non abbiamo bisogno di dichiarare “sold-out” prima del tempo per auto-conferirci uno status.

Il nostro scopo è coinvolgere il maggior numero di Albergatori possibili per creare una VERA rivoluzione nel modo di fare hotel in Italia.

La verità è che al momento abbiamo ancora 13 posti disponibili per l’evento di quest’anno.

E in quei giorni ti spiegherò esattamente l’importanza di valutare il potenziale inespresso del tuo hotel, e come farlo.

Decidi tu se preferisci farti guidare dal pregiudizio di sopravvivenza o se pensi che sia giunto il momento di scoprire come si sta “in cima alla collina”…

Ti basta un clic:

https://www.albergatorepro.com/acquista-biglietto-corso-2019/


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Chi saranno gli ospiti al corso 2019?

“Bellissimo, ma avrei preferito che lo tenessi tutto tu!”

Questo è una dei complimenti che ho ricevuto al corso 2018.

Ora, per quanto possa far piacere una cosa del genere, non sono d’accordo e con questo articolo ho deciso di rivelarvi la logica che seguiamo per selezionare gli ospiti.

Punto primo – Specialisti

Io non penso di essere un genio, non ho super-poteri e, se parliamo di un’azienda generica, sono abbastanza convinto che non sarei capace di ottenere risultati superiori alla media degli imprenditori che conosco.

In compenso: sono NATO in un hotel, lavoro in hotel e con gli hotel da 19 anni e so dove mettere le mani per farne crescere uno.

Su questo mi sento abbastanza sicuro e, statistiche alla mano, SO che se mi ascoltate e SOPRATUTTO applicate, potete migliorare i vostri risultati.

Il punto è che, ovviamente, non so fare tutto.

E per insegnarvi aspetti collaterali al marketing e alla gestione preferisco lasciar parlare chi se ne occupa tutti i giorni.

Ecco perchè abbiamo invitato Gabriele Nanni e Simone Lavarini che ci spiegheranno, nel dettaglio, come ci vede una banca e quali requisiti dobbiamo rispettare per finanziare i nostri progetti.

Vi assicuro che questo intervento sarà rivoluzionario, qualcosa di MAI VISTO prima, e vi permetterà di leggere nel pensiero del prossimo funzionario bancario con il quale vi confronterete.

Punto secondo – Risultatisti

Albergatore Pro è un corso PRATICO, dove affrontiamo aspetti tecnici e umanistici della gestione di un hotel, ma lo facciamo SEMPRE con lo scopo di portare un risultato concreto.

Ecco perché se dobbiamo parlare di “fare squadra” non vi portiamo un docente universitario (con tutto il rispetto) che ha affrontato la questione “solo” studiando trattati di psicologia.

Vi portiamo Arrigo Sacchi, che pur non essendo un tecnico alberghiero, è uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio ed è stato capace di mettere insieme fenomeni dall’EGO smisurato e farne una squadra che agisce secondo dei principi collettivi.

Nota a margine: Arrigo ha anche un hotel di proprietà a Milano Marittima dove trascorre 5 mesi l’anno.

Punto terzo – Formatori professionisti

Questa mi sta particolarmente a cuore perché si contrappone a una preoccupante moda del momento e mi permette di combattere un pericolosissimo luogo comune.

“Imprenditore di successo = grande formatore”

Ora, per quanto rispetti profondamente chi nella vita ha saputo costruire qualcosa, non esiste nessuna equazione logica secondo la quale “chi sa fare, sa insegnare”.

Al contrario, esistono molti imprenditori oggettivamente di successo, che decidono di salire sul palco per questioni di ego e finiscono per scadere in una narrativa auto-celebrativa che nulla lascia a chi partecipa ai loro corsi di formazione.

Pensate a Maradona.

Pur essendo unanimemente riconosciuto il miglior giocatore della storia, quando si è misurato come allenatore non è riuscito nemmeno lontanamente a trasmettere a suoi giocatori le sue capacità.

Ecco perché per la creazione di sistemi di gestione e delega non abbiamo chiamato Jeff Bezos (che pur qualcosa ha dimostrato di saper fare), ma Piernicola De Maria, un imprenditore, ma soprattutto, un formatore e consulente, che da oltre 25 anni, si dedica ad automatizzare i processi delle aziende che segue ed è un GENIO assoluto nel trasformare un concetto teorico in una roba semplice da fare.

(Provare per credere.)

Punto quarto – Uomini di campo

Cioè professionisti che lavorano OGNI GIORNO con imprenditori del settore supportandoli nei problemi REALI che affrontano per gestire la propria attività.

E’ il caso di Alex Gasperoni che quando non è sul palco, è in studio a smazzarsi bilanci, contratti e situazioni diametralmente opposte tra loro.

Con alcuni albergatori il focus è la pianificazione fiscale per proteggere gli utili creati da un sistema virtuoso.

Con altri lo scopo è trovare sacche d’ossigeno (soldi), rinegoziando accordi con banche e fornitori e scovando inefficienze tra le pieghe di una situazione non brillantissima.

E’ il caso di Lorenzo Ferrari che, da anni, mette il turbo al marketing dei ristoranti Italiani, dallo chalet pettinato sulle montagne del Trentino, alle masserie più rustiche nel profondo del Salento.

Per capirci, Lorenzo è uno che, a parità di locale, materie prime e staff, tu gli dai il tuo menù, lui lo studia, lo modifica, e tu “magicamente” fatturi il 20% in più.

Lo chiama Menù engineering.

Interessante, no?

Ah, quasi dimenticavo: oggi è il 29 ottobre.

Il che significa che mancano 3 giorni alla scadenza dell’offerta, poi il prezzo aumenterà a 1.197,00 €.

P.S. Se i 17 biglietti riservati all’offerta finiscono prima, il prezzo aumenta PRIMA DELLA scadenza.

P.P.S. Si, stiamo facendo revenue: se attendete oltre il 31 sarebbe come cercare di prenotare le ultime camere per Capodanno il 30 dicembre…

Tradotto: per noi sareste i migliori clienti, per voi non sarebbe un grande affare!

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Il marketing NON risponde al revenue

Ho appena letto un articolo che spiega “N ragioni per cui il marketing in hotel deve rispondere al revenue”.

Eh niente, fa già ridere cosí.

In Italia c’é talmente tanta ignoranza sul concetto di marketing che ogni volta che lo si menziona si fa riferimento alla “creatività”.

Il che è grottesco.

Ognuno dei Pro graduati qua dentro SA, con esattezza che nel metodo Albergatore Pro, la creatività NON esiste.

Il marketing si divide in due pezzi connessi tra loro in ordine gerarchico e cronologico.

MARKETING STRATEGICO:

✔️ Qual è la categoria del tuo hotel?
✔️ Chi è il tuo cliente target?
✔️ Cosa diavolo fai per farti RICONOSCERE e preferire, dai clienti che hai scelto, rispetto agli altri hotel?
✔️ Quanto spendi in un anno per COMPRARE clienti?
✔️ La rifaccio: QUANTO SPENDI OGNI ANNO PER COMPRARE I CLIENTI?
✔️ Dentro quale fascia di prezzo devono muoversi “gli operai” del revenue per non sputtanare la strategia calandosi le braghe in una domenica di novembre?

MARKETING OPERATIVO:

✔️ Su quali canali vendi?
✔️ Cosa fai per ottimizzare il PRINCIPE di tutti i canali, cioè il sito ufficiale?
✔️ Come puoi diffondere il messaggio stabilito dal marketing strategico, nel modo più efficace, veloce e misurabile possibile?
✔️ Qual è il canale che ti offre il maggior rendimento costo/ricavo?
✔️ Quanti euro tornano per OGNI SINGOLO EURO speso in advertising?
✔️ Quanti soldi posso spendere per aumentare il budget sui canali più redditizi?

Stop.

Se NON hai l’albergo a Roma, Venezia, Firenze, Milano la mitizzazione del revenue è un falso ideologico.

Quando si parla invece di “contesti sofisticati” di solito si intende hotel di catena.

Il punto è che negli hotel di catena il marketing -in teoria- te lo sei comprato dalla “casa madre” (Holiday Inn, Best western, Ibis e compagnia cantante).

Quindi chi lavora al marketing, non potendo per contratto promuovere in maniera autonoma l’hotel per cui lavora, NON è che risponde al revenue.

È che proprio NON ha senso di esistere.

Sta lì perché c’era un buco da riempire all’organigramma e perché le università devono piazzare ogni anno un tot di rampolli delle famiglie bene.

Io ve lo dico chiaro a scanso di equivoci perché vi voglio bene, poi fate come vi pare.

Conosco Albergatori MILIONARI in euro, che hanno 8 fasce di prezzo alla vecchia.

E conosco un sacco di fanatici complottisti che hanno 47 fasce di prezzo e traccheggiano da un anno all’altro col fido pos.

Decidete voi da che parte stare.

Ma se volete essere dei nostri, PRIMA studiate il marketing e capite che cos’è davvero.

Poi cambiate le tariffe tutte le volte che volete.

Ci vediamo a novembre:

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/


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Siamo invasi dalle supercazzole. LETTERALMENTE.

Ogni mese, settimana, giorno che passa un “esperto” di qualcosa ci propone la nuova “ONE THING”, in grado di cambiare il destino della nostra vita, azienda o albergo che sia.

Ti svelo un segreto: nel 100% dei casi non è vero.

Questo non tanto perché non esistano software, strumenti di analisi o strategie digitali in grado di portare valore aggiunto.

Esistono eccome.

Il punto è che NON è mai la singola cosa a fare la differenza.

E anche se lo fosse, la singola cosa NON è una questione che ti riguarda, in quanto IMPRENDITORE.

Certo, ognuno di noi ha le proprie passioni e inclinazioni.

Conosco albergatori che sono capo-cantieri nati, altri in fissa col revenue, altri ancora che sono letteralmente innamorati del mondo digital e di qualsiasi cosa ci ruoti intorno.

Non c’è niente di male ed è giusto che ognuno sviluppi le proprie competenze, alimentando la scintilla dell’entusiasmo.

Poi però ci sono i numeri.

I numeri che contano davvero.

E, se andiamo a vedere, le MACRO decisioni che prendiamo hanno molto più peso della singola attività specifica.

In economia questa distinzione viene spiegata con i concetti di MACRO-management e micro-management.

Facciamo un esempio per renderla più potabile:

Macro-management è decidere se il ristorante deve essere è buffet o à la carte e definire un budget di spesa per coperto.

Micro-management è verificare personalmente la mise en place di ogni singolo tavolo.

Ci siamo?

Ecco, con il marketing vale la stessa identica cosa.

Macromanagment è definire il posizionamento dell’hotel, individuare il cliente target e stabilire il budget da investire in advertising per COMPRARE i clienti.

Micromanagement è mettersi a questionare con chi gestisce il web per il colore del bottone “prenota ora” o ridisegnare il layout delle landing page.

Ora, non sto dicendo che le attività di micromanagement non siano importanti, perché lo sono.

Ma NON sono cose di cui ti devi occupare, in quanto imprenditore.

Sono cose che devi conoscere per poterle delegare a un tuo collaboratore o a un fornitore qualificato per farlo.

Per capirci: anche le attività di marketing possono essere delegate ad un esperto.

Ma è assolutamente necessario che tu sappia quali sono i fattori che hanno maggiore impatto sui risultati del tuo hotel:

1) Finanza: per realizzare i progetti servono soldi. Per ristrutturare servono soldi. Per prendere un hotel in gestione servono soldi, per comprare i clienti servono soldi.

Se non sei in grado di ottenere i finanziamenti che ti servono nel 2020, o sei ricco di famiglia, o verrai tagliato fuori da qualcuno che ha più soldi di te.

Soldi che userà per soffiarti l’hotel che volevi, per realizzare un hotel migliore dei tuo, per comprare più clienti di quanti ne hai, alimentando il divario nel tempo.

Morale della favola: impara a dialogare con le banche.

2) Marketing strategico: per prosperare ti servono clienti e devi imparare a padroneggiare i principi fondamentali del marketing strategico.

Non il funnel, non il bot, non il pixel di tracciamento dati per fare una look a like su Facebook.

Ti serve sapere quanto puoi spendere per acquisire un cliente: quanti potenziali clienti ti servono per ottenere una prenotazione, qual è il valore medio di una prenotazione e qual è il margine che hai su ogni prenotazione.

Stop, non ti serve altro.

Ti assicuro che una volta che conosci questi numeri, tutto il resto lo puoi delegare.

E misurare.

3) Controllo di gestione: ogni giorno deve entrare un euro in più di quanti ne sono usciti.

In alternativa, se così non fosse sul breve termine, devi essere in grado di prevedere, con ragionevole convinzione, quale sarà il ritorno sulle spese sostenute in eccesso rispetto ai ricavi e quanto tempo ti serve per tornare ad un saldo di cassa positivo.

Al resto, alle tasse, ai contributi, alla pianificazione fiscale, ci pensa il commercialista. Se hai scelto quello giusto…

4) Persone: “puoi sognare, creare, progettare e costruire il più bel luogo del mondo…ma per trasformare un sogno in realtà ti servono le persone…” Walt Disney.

Questa penso che si spieghi da sola perché i problemi con le persone, insieme alla mancanza di soldi, sono le uniche due cose che tengono svegli gli imprenditori la notte.

Quindi devi investire tempo nella selezione, nella gestione, nella creazione di procedure che possano standardizzare il lavoro e assicurarti di creare dei principi che siano in grado di guidare i tuoi collaboratori anche in tua assenza.

Si, lo so, è un casino.

Si lo so, le persone sono in grado di riservati delusioni ENORMI, a prescindere dall’impegno e dalla dedizione con cui ti ci dedichi.

In questo senso, il metodo Albergatore Pro ti aiuta a creare un sistema di responsabilità diffusa che prescinda dal padre-padrone vecchia scuola.

Premia e gratifica chi merita.

Riprendi e correggi chi sbaglia.

Poi, trattandosi di una sfera psicologica, non esistono algoritmi e il risultato comunque non è garantito.

Ma ricorda.

Se sei diventato bravo a sviluppare le 3 competenze precedenti hai un GRANDE vantaggio.

Non esiste contratto da recedere, grana sindacale, o danno economico che un bel bonifico non possa compensare.

I sentimenti li lasciamo per famiglia e amici.

Il funnel lo lasciamo ai nerd e agli smanettoni.

Il 25 si avvicina:

https://www.albergatorepro.com/acquista-biglietto-corso-2019/

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Mangiare al ristorante dell'hotel è il trend del momento, ma il 90% dei ristoranti in hotel perdono soldi

Nelle metropoli d’Europa e di tutto il mondo è ormai un’abitudine, in Italia sta prendendo sempre più piede: mangiare nei ristoranti degli alberghi, che offrono un livello sempre più alto.

Non solo, gli hotel sono diventati veri poli gastronomici, con realtà interessanti e chef che se non hanno la stella Michelin ci sono molto vicini.

Ad aiutare l’idea di ristorante stellato è certamente l’atmosfera:

“La particolarità dell’NH Collection Carlina – che prende il nome dall’omonima piazza di Torino in pieno centro storico – sono le terrazze, con gli orti pensili su cui sono coltivate le erbe aromatiche come menta, salvia, rosmarino, timo, maggiorana, cipollina, ma anche il basilico, l’ananas, ruta, artemisia, levistico, acetosella, aglio cinese, lucuma, borragine e le fragole.

Tutti questi ingredienti si usano sia in cucina, sia nel cocktail bar che d’estate domina Torino dal tetto dell’albergo e che invece in inverno scalda il pian terreno per i clienti, ma anche per chi ha voglia di un aperitivo o di un buon cocktail dopo cena.”

Il punto è che, di solito, i ristoranti che piacciono ai clienti, NON piacciono ai commercialisti.

Ma è davvero così?

Al corso Albergatore Pro 2019, Lorenzo Ferrari, capo del marketing per i ristoranti in Italia, ci spiegherà perché non ha senso la corsa alle stelle, e ci dimostrerà dati alla mano, cosa serve per generare i ricavi col ristorante del tuo hotel.

Poi ci sarebbe la case history di due Albergatrici Pro che hanno chiuso il ristorante e hanno spaccato tutto, fatturando più di prima con una nuova formula misteriosa….

C’è SOLO UN PROBLEMA.

Oggi è il 22 ottobre, abbiamo 34 posti disponibili e il 31 i prezzi aumentano ancora….

Quindi, se anche tu hai un ristorante in hotel, non guadagni come vorresti e pensi ogni giorno di chiuderlo, clicca adesso sul bottone qua sotto e cambia il tuo destino:

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Come ti comporti quando non ti guarda nessuno?

L’estate è ormai un lontano ricordo e, come ogni anno, ieri ho lavato la mia fedele vespa, prima di metterla al riparo per l’inverno.

Questa breve introduzione per dirvi che quello che vedete in foto è il vano porta oggetti sotto la sella.

Se ve lo state chiedendo si, è pulitissimo e si, non ci tengo niente (a parte una copia dei documenti e un paio di cacciaviti).

Ora, per questa cosa mia moglie mi prende sempre in giro, perché sostiene che solo un maniaco nullafacente si preoccupa di tenere in ordine il vano porta oggetti sotto la sella di una vespa (dove normalmente lei tiene fazzoletti, manciate di vecchi scontrini, e vestiti appallottolati just in case).

Ovviamente io penso di aver ragione, ma di sicuro non mi vanto per questo.

Il disturbo ossessivo compulsivo è una malattia e come tale va trattata con sensibilità. 😀

Se pensi che tutto questo non c’entri niente col mestiere di imprenditore/albergatore hai ragione, ma non del tutto.

Seguimi un attimo.

Quella della vespa è una cosa che personalmente faccio perché una volta a 14 anni mi hanno fermato i carabinieri e in mezzo al casino che avevo, non ho trovato i documenti e ho avuto un mezzo attacco di panico.

Ma in realtà questo genere di abitudini sono significative da un altro punto di vista.

E ti spiego subito cosa intendo.

Giusto l’altro giorno un mio amico Albergatore Pro mi ha chiamato per chiedermi un parere riguardo un albergo da prendere e condividere il suo ragionamento sulla convenienza del rapporto costo/potenziale fatturato.

In tutta onestà il ragionamento non faceva una piega.

Tanto che, pur cercando conforto, lui era già praticamente deciso e pronto a presentare un’offerta scritta il giorno dopo.

Ora, questa cosa succede molto spesso ed è abbastanza naturale.

La cosa che, mi “sorprende” è che, spesso, dopo aver avuto un primo consenso generico, si procede ai fatti e, solo dopo, ci si adopera per il business plan strutturato secondo come lo vuole una banca.

Solo dopo.

Ora, personalmente questa cosa non solo mi sorprende, mi terrorizza.

Un po’ per deformazione personale, un po’ perché per carattere sono uno che “se la fa sotto”.

Aiutatemi a capire.

Perché per convincere una banca, investite ore a produrre relazioni, pagate professionisti per elaborare tabelle con proiezioni di costi e ricavi, mentre per presentare un’offerta formale (e magari versare un acconto) vi basta l’istinto e la pacca sulla spalla di un amico?

Personalmente ho avuto a che fare con centinaia di albergatori negli anni: alcuni completamente improvvisati, altri mestieranti, altri campioni fuori categoria.

Lasciando da parte gli improvvisati, sapete qual è uno dei tratti comuni che distingue i campioni dai mestieranti?

Il senso di responsabilità verso loro stessi.

Si perché siamo (quasi) tutti bravi a curare gli aspetti che nutrono la nostra vanità.

Siamo bravi a lavare la macchina, siamo bravi a tenere in ordine gli spazi comuni ad uso clienti in hotel, tutti precisi quando si tratta di “fare bella figura” con gli altri…

Ma quanti hanno la stessa cura per gli aspetti “nascosti”?

✔️ Quanti tengono organizzate le proprie informazioni in cartelle con file rinominati per essere ritrovati in pochi clic?

✔️ Quanti bloccano appuntamenti settimanali con se stessi per monitorare gli andamenti?

✔️ Quanti producono un business plan dettagliatissimo, prima di presentare un’offerta?

✔️ Quanti fanno un’analisi costi/ricavi VERA prima di chiudere il ristorante perché non sopportano più i dipendenti?

Vi assicuro che questo genere di attitudine fa una differenza enorme, perché allena l’autodisciplina, aumenta il senso di responsabilità e l’autostima.

Consiglio: non aspettate di trovarvi in una situazione traumatica per prendervi cura degli aspetti nascosti.

Allenatevi ogni giorno ad essere responsabili con voi stessi come lo siete con gli altri.

Perchè, ricorda:

“Come fai una cosa, fai tutte le cose!”


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Sai andare senza mani? Scopri la differenza tra un albergatore e un imprenditore alberghiero

L’altro giorno ero al telefono con Davide, un mio amico albergatore e anche se in pratica è una cosa che faccio tutti i giorni, le telefonate con lui riservano sempre delle sorprese inaspettate.

Infatti, l’imprenditore in questione, oltre a gestire 400 camere ed essere molto capace, è anche una persona “tridimensionale”.

Ti spiego subito cosa intendo.

Per me una persona tridimensionale è una persona che vive con la lucida consapevolezza che le questioni aziendali non sono solo aziendali.

E che ogni nostra azione ha conseguenze in almeno tre dimensioni diverse: applicata, logica e relazionale.

Per capirci, la dimensione applicata è la parte tecnica di chi sa fare quello che serve, per far funzionare un determinato meccanismo e il business nel suo insieme.

Esempio: sai esattamente come impostare il breakfast, quali prodotti predisporre, in quale quantità e come presentarli.

La dimensione logica è quella che ti permette di capire se il tecnicismo corretto in teoria, è la migliore soluzione pratica per una specifica condizione.

Esempio: sai che il breakfast perfetto deve prevedere 4 tipi di torte, 3 tipi di pane e 2 tipi di brioche, ma capisci che se hai in casa solo un gruppo di sportivi che hanno richiesto un menù particolare, non è logico mettere in scena tutto il cinema solo perché è corretto in teoria.

La dimensione relazionale o sociale è quella che ti permette di ponderare le tue scelte in funzione del contesto e delle persone con cui ti relazioni.

Esempio: hai stabilito che ogni prodotto sul buffet deve essere presentato con relativa etichetta descrittiva per facilitare le scelte, ma sai anche che se è il 17 agosto e vieni da 3 giorni dove i camerieri hanno fatto 12 ore al giorno. Se una torta non ha l’etichetta corrispondente, non ha senso fare una scenata o mandare una lettera di richiamo.

Tornando alla telefonata di cui vi parlavo, Davide è una di quelle persone che affronta sempre gli aspetti tecnici legati alla sua impresa valutando con attenzione le implicazioni che le sue scelte hanno sulla sua vita privata.

Il suo mantra è illuminante: “Io non sono il mio albergo.”

Ora, teoricamente questo dovrebbe essere un concetto banale e scontato, in pratica sappiamo bene che la realtà è MOLTO diversa.

Aperto 24 ore, festivi inclusivi, se ci aggiungiamo che nel 70% dei casi in Italia è gestito in modalità “conduzione familiare”, l’albergo è per sua natura un tipo di business che abbatte totalmente le barriere tra vita personale e professionale.

Ecco perché il suo mantra è così acuto nella sua semplicità.

Detto questo, nessuno nasce imparato.

E anche gli imprenditori che sono riusciti a raggiungere un’organizzazione che prescinde dal proprio lavoro fisico, si sono sporcati le mani.

E tu?

Guardati allo specchio e rispondi con brutale sincerità.

Il tuo hotel potrebbe andare avanti senza di te?

Se in un giorno qualsiasi non ti presentassi il tuo staff è sufficientemente formato e responsabile per portare avanti l’operatività?

Dopo quanti giorni di assenza le procedure lascerebbero il posto all’anarchia?

Il punto è questo.

La maggior parte degli albergatori sono animati da una grandissima passione per il proprio mestiere (diversamente non potrebbero farlo con tutti i sacrifici che implica) che li porta spendersi fisicamente per dare il proprio contributo.

Niente di male, per carità.

Anzi, aver vissuto tutti i processi è il miglior modo per redigere procedure corrette, logiche e socialmente sostenibili (vedi sopra).

Ma l’obiettivo è un altro.

L’obiettivo è creare un sistema che ti permetta di mandare avanti la macchina anche senza il tuo impegno fisico, responsabilizzando il singolo per eseguire la missione dei vari reparti.

Poi potrai eventualmente intervenire da esterno e portare valore aggiunto notando quel dettaglio che chi è immerso nei processi non vede più.

Questo significa essere un imprenditore alberghiero.

E tu?

A che punto sei?

Sei un albergatore o un imprenditore alberghiero?

Il tuo lavoro fisico è ancora imprescindibile o sei riuscito a delegare l’operatività?

Se ti ritrovi nella prima opzione sappi che abbiamo grandi notizie per te.

A breve sveleremo il nome di un docente a sorpresa che al corso di novembre affronterà il tema “gestione dei collaboratori e procedure” come mai è stato fatto prima per il settore alberghiero.

Eh infatti viene da un altro settore! 😉

Quindi, se anche tu sei stanco di bestemmiare con apprendisti non qualificati, professionisti ingovernabili e mestieranti impresentabili, clicca sul bottone qua sotto e unisciti a noi al corso Albergatore Pro 2019.

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/

P.S. Questa volta non ti dico che risolveremo il problema, perché con l’attuale deficit degli istituti scolastici e le attuali normative penso sia praticamente impossibile.

Quello che ti prometto è che metteremo insieme l’esperienza di decenni di decine di albergatori e ti forniremo gli strumenti che ti servono per affrontare le varie situazioni con maggiore consapevolezza e serenità.

E scusa se è poco.


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Gli albergatori non hanno una bella reputazione

Dopo aver creato il gruppo Albergatore Pro nel 2015, ho avuto l’occasione di raccontare il progetto ad alcuni dei più autorevoli esperti di hotel in Italia.

Quasi tutti mi hanno consigliato di lasciar perdere.

Che ci piaccia o no, che lo dicano apertamente o meno, l’opinione comune della maggior parte degli addetti ai lavori è che avere a che fare con gli albergatori non sia il massimo dell’aspirazione nella vita.

⛔️ Dicono che gli albergatori sono pressapochisti e poco professionali

⛔️ Dicono che gli albergatori sono tirchi e trattano sempre su tutto

⛔️ Dicono che gli albergatori sono ignoranti e non hanno voglia di formarsi

⛔️ Dicono che gli albergatori guadagnano un sacco di soldi ma non sanno godersi la vita

⛔️ Dicono che non sanno divertirsi

E dicono anche tante altre cose.

Ora, pur riconoscendo alcuni luoghi comuni, io e Daniele abbiamo sempre avuto un’opinione diversa.

Sarà perché entrambi siamo nati in una famiglia di albergatori, ogni volta che ci trovavamo a discutere certe considerazioni, finivamo sempre alla stessa conclusione.

Non siamo tutti cosí.

E se anche 90 su 100 fossero cosi, noi lavoreremo con gli altri 10.

E mentre lo dicevamo pensavamo ai nostri amici Giuseppe Carbone, Pino Decarlo, Paolo Giacometti, Davide Bondì e gli altri che conosciamo da prima che Albergatore Pro esistesse.

Forse siamo fortunati, non lo so…

O forse Albergatore Pro è la migliore dimostrazione pratica che il giusto messaggio di marketing può permetterti di attirare i clienti che hai scelto.

I tuoi clienti ideali.

Fatto sta che ieri sera all’AperiPro NON abbiamo praticamente MAI parlato di alberghi.

Abbiamo parlato di calcio, di fotografia, di laghi, di orologi, di viaggi e di tutte quelle cose più o meno serie di cui si parla ad una FESTA.

Abbiamo riso, bevuto, ci siamo divertiti ed è stata una FIGATA.

In 3 ore scarse abbiamo distrutto gli ultimi luoghi comuni sugli albergatori sopravvissuti alla rivoluzione Pro.

Eh niente.

Ci tenevo a scrivere due righe per ringraziare personalmente TUTTI i presenti, i padroni di casa Mirca E Denis e gli amici lontani che hanno partecipato comunque con un messaggio o una chiamata.

P.S. Se conosci un albergatore che fa parte di quei 10 su cento, invitalo ad unirsi a noi.

Ti ringrazierà.


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