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Il fruttivendolo marketer e la boutique della frutta

Oggi voglio condividere con te alcune importanti lezioni di marketing che ho imparato nel tempo…dal mio fruttivendolo.

Si, hai capito bene e NO, non sono impazzito.

Ma partiamo dal principio.

Bruno, così si chiama il personaggio in questione, é il fruttivendolo “di lusso” di Riccione, il paese dove vivo.

Il suo è un negozio storico del paese e ha indubbiamente frutta di qualità ma la sua forza, neanche a dirlo, sta nel brand.

È da tutti conosciuto come “la boutique della frutta“, titolo “ad honorem” attribuito dai suoi clienti.

Fatto sta che Bruno, qualche mese fa, ha deciso di ristrutturare il negozio.

Ora, il suo negozio era oggettivamente piccolo ed era praticamente sempre pieno, con addirittura la fila di persone che aspettano fuori dalla porta negli orari di punta.

Quindi tutti si aspettavano l’ampliamento.

Sai cosa ha fatto Bruno invece?

Negozio della stessa identica dimensione, neanche un metro in più.

Ma molto più curato nell’arredamento e nell’esposizione che oggi rafforza ancora di più il suo posizionamento originale “boutique della frutta”.

L’unico problema è che, per realizzare i lavori, è rimasto chiuso per un mese abbondante e questo ha creato una specie di astinenza nelle “signore-bene” che frequentano il negozio tutti i giorni (griffate come se dovessero partecipare ad una cena di gala).

Ora, Bruno è anche un ottimo esempio di “imprenditore marketer” di cui ho parlato durante l’intervento sul brand.

Tanti sono i clienti che scelgono il suo negozio SOLO per lui (nonostante faccia bene anche tutto il resto).

Fatto sta che al suo rientro ha dovuto gestire una serie di obiezioni:

(Se ti stai chiedendo come faccio a sapere tutte queste cose, devi sapere che passo almeno un’ora a settimana nel negozio “per studiare” le sue tecniche. Ovviamente per giustificare la mia presenza compro anche frutta che non mangiamo e devo spiegare a mia moglie che deve considerare gli scontrini come costo di formazione).

Ma veniamo alle obiezioni.

==> “Bruno, ma dato che sei sempre pieno, perché non hai fatto il negozio più grande?”

Risposta: “Signora, sa che tanti nuovi clienti vengono qua proprio perché vedono sempre la fila e cosi pensano che ho la roba buona?

Chi mi conosce invece sa che questa è “la boutique della frutta” e accetta la fila. Quando vuole fare prima e spendere meno va all’iper”.

Focus sul posizionamento e orientamento alla concorrenza da manuale.

==> “Bruno, te sei bravissimo e io non ti tradirei mai, però una cosa te la devo dire. Mentre eri chiuso, io e altre signore siamo DOVUTE andare dall’altro fruttivendolo 400 metri più avanti e abbiamo notato che le stesse fragole costano 60 centesimi in meno al cestino. Te dici sempre che hai la frutta migliore ma in questo caso è la STESSA marca. Questa come me la spieghi??”

Risposta: “Mi fa molto piacere che mi faccia questa domanda e colgo l’occasione per rispondere a tutti (rivolgendosi a tutti i clienti in negozio).

Dunque, voi dovete sapere che (nome marca fragole) l’ho portata io a Riccione e il fornitore è un mio grande amico. Lavoriamo insieme da anni e dopo qualche tempo mi ha addirittura chiesto il permesso di servire altri fruttivendoli in paese.

Io ovviamente gli ho detto di si e gli ho chiesto in cambio solo la promessa di servirmi per primo. In questo modo io scelgo sempre le fragole migliori e sono sicuro di garantire un vantaggio ai miei clienti.”

Reazione?

Standing ovation da parte di tutta “la platea” e gente che si accalca sugli scaffali per aggiungere le fragole alla spesa.

Morale della favola: se pensi di avere una personalità particolare e vuoi mettere te stesso al centro del marketing del tuo hotel, fa come Bruno.

In caso contrario, creati un posizionamento e difendilo con coerenza, sempre.

Bruno, nel dubbio, ha fatto anche questo.


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Come ragiona Booking.com?

Il mese scorso mi è capitato un fatto interessante con Booking che vorrei condividere, perchè credo che non tutti ne siano a conoscenza (me compreso prima che mi accadesse).

Il tutto è nato ad inizio marzo, quando ho modificato il prezzo di una non rimborsabile: sull’extranet vedevo il prezzo corretto ma quando facevo la ricerca dal portale mi dava un prezzo più basso.

Purtroppo la risposta ai miei messaggi di richiesta assistenza è stata “Sarà il suo channel manager”, dichiarazione che racchiude in sè il massimo del pressapochismo.

Dopo due settimane di “Non è il MIO channel manager, sul VOSTRO extranet il prezzo è giusto”, mi entra una prenotazione di 3 giorni, 2 a prezzo giusto e uno con quello più basso. Olè!

La tariffa di quel giorno risultava 40 € inferiore a quella che avevo impostato, e il caso ha voluto che fosse l’esatta cifra delle commissioni, che molto democraticamente ho proposto di non pagare.

Dopo altre 2 settimane di chiamate e finti controlli, finalmente il “segreto”, che neanche i commerciali e tecnici sapevano, mi è stato rivelato:

Booking a prescindere dalle rette inserite, prende sempre il prezzo più basso con le condizioni più restrittive.

Nel mio caso specifico, la retta standard era più bassa (errore mio) e quindi aveva preso il prezzo della standard con le condizioni della non rimborsabile.

Pensandoci ha senso come ragionamento, perchè giustamente tariffa più bassa = condizioni più restrittive, non avrebbe senso fare una tariffa con cancellazione gratuita più conveniente di una con pagamento anticipato.

La cosa interessante dell’accaduto è che oltre a me, non lo sapeva neanche la responsabile di Booking che mi ha seguito, la quale ha addirittura ammesso la loro colpa e mi ha abbuonato le commissioni per quella prenotazione.

Ovviamente se ne sono completamente dimenticati e puntuale come le tasse, il primo del mese mi è arrivata la fattura intera.

Fortunatamente mi è bastata una telefonata in cui li convincevo che questa “grazia” me l’avevano già concessa, per ricevere dopo qualche giorno la nota di credito per stornare gli agognati 40 €.

E niente, mi sembrava giusto condividere questa informazione e questa vittoria personale “contro il sistema”.


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Breakfast, marketing & food cost

All’evento, durante l’intervento di Stefano Zannoni Breakfast a 5 stelle“, abbiamo parlato dell’importanza strategica della colazione.

Ti basti pensare che il 90% degli ospiti degli hotel usufruisce del servizio breakfast.

E in un mercato dove il trattamento B&B vede crescere costantemente la sua quota, la colazione rappresenta almeno il 50% dell’esperienza di soggiorno (anche se le statistiche dicono che l’importanza percepita è ancora maggiore).

Ora, molti mi hanno scritto per dirmi che hanno apprezzato tantissimo l’intervento di Stefano.

Ma, mentre alcuni gestori di piccoli hotel a conduzione familiare mi hanno detto “Da lunedì cambio tutto”, per gli hotel strutturati non è cosi facile implementare le migliorie.

Non perché siano oggettivamente complicate da applicare.

Al contrario, il problema, quando c’è un sistema di gestione manageriale, sta nella difficoltà di conciliare un super-servizio con la necessità di far “quadrare i conti”.

Molti responsabili breakfast, ad esempio, sono realmente preparati e sarebbero entusiasti all’idea di fare il salto di qualità, ma sono letteralmente strozzati dai numeri.

Colpa del maledetto food cost.

Non fraintendermi.

Ormai mi conosci e sai benissimo quanto io tenga ai numeri e quanto sia oggettivamente ossessionato dal controllo.

Ma i numeri sono e devono rimanere UN MEZZO.

NON IL FINE.

Famo a capisse: considerando che oltre UN MILIONE di recensioni su Tripadvisor parlano di colazione e che sempre più ospiti scelgono l’hotel in funzione del valore di questo specifico servizio, oggi il breakfast DEVE essere visto come UN VERO e proprio INVESTIMENTO di marketing.

Non soltanto come costo di erogazione del servizio.

Chiaro?

Bene, seguimi ancora un attimo.

Facciamo tutti insieme un esercizio di “pensiero laterale”:

Quante presenze fai in un anno?

5.000?
10.000?
20.000?

Sai cosa succede se aumenti di 50 centesimi (a persona) il food cost della tua colazione?

Il buffet cambia radicalmente.

Se invece vuoi strafare e aumentare il budget di 1 € (partendo da una base minima dignitosa) succede che ti trovi a fare concorrenza al miglior 5 stelle della città.

“Si ma cosi il food cost sale alle stelle”.

Si lo so, già mi sembra di sentirli i ragionieri.

Fammi un favore.

Fa un analisi dei costi.

Calcola scientificamente l’extra-budget che ti serve per trasformare la tua colazione da “semplice servizio” a “leva di marketing” (seguendo i consigli di Stefano).

Fatto? (Oddio mi sembro Muciaccia).

Ecco, adesso prendi quel numero e mettilo a bilancio alla voce “costi di marketing”.

Risultato?

Bilancio in ordine, colazione TOP, migliori recensioni, più prenotazioni.

Credimi, non é più difficile di così.


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Reputazione online

Ieri sono stato ad un seminario sulla “Reputazione online e le ultime novità del web marketing turistico” tenuto dal nostro collega/amico/membro del gruppo Armando Travaglini, molto interessante come sempre.

Al consiglio di fare un blog per aumentare la visibilità del proprio sito, un albergatore ha chiesto quanto sarebbe costato pagare una persona che lo facesse al posto suo.

Ovviamente una domanda del genere non ha risposta, è come chiedere quanto costa una macchina, ma il nodo cruciale che spesso sfugge è il fattore tempo.

L’obiezione sollevata è stata “io non ho tempo e dovrei pagare qualcuno per farlo“, obiezione che viene sollevata spesso quando viene proposta una qualsiasi nuova azione di marketing da fare autonomamente.

Sinceramente è una cosa che mi fa innervosire parecchio, perché non esiste il “non aver tempo”, ma solamente il decidere di dedicarlo ad altro.

Sono sicuro che quell’albergatore sia uno di quelli che fa i check-in di persona, controlla la fattura dei fornitori quando consegnano la merce, cancella e riscrive le prenotazioni a matita sul planning di cartone.

Tutto giusto, se fossimo negli anni novanta, ma il passaggio FONDAMENTALE che bisogna fare oggi, anche se in realtà bisognava farlo qualche anno fa, è quello di capire come impegnare il proprio tempo, perché ci sono cose che deve fare il proprietario/direttore e cose che devono fare le segretarie/i tuttofare/gli altri componenti della famiglia.

Perché è inutile che mandi indietro una cassa di pomodori perché la metà è andata a male, o compri la verdura da quel fornitore perché te la fa pagare meno e poi non rispondi ad una recensione negativa o ci metti una settimana a fare un preventivo.

Sono prenotazioni perse e reputazione dell’hotel mandata in malora, che economicamente parlando, valgono più di qualsiasi ortaggio.

Purtroppo finché gli albergatori old-style non lo capiranno, andrà sempre peggio per loro e sempre meglio per te, che seguendo il nostro gruppo Albergatore Pro, sarai decisamente più orientato ad una gestione figlia dei tempi odierni.


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Cliente è colui che è sotto la tua cura, protezione e guida

A seguito del corso che ho frequentato il mese scorso ho, come promesso, iniziato a studiare l’enormità di materiale che ci hanno dato come compiti a casa.

Tra le tante lezioni del maestro Jay Abraham, una delle cose che mi ha colpito di più, è la spiegazione dell’etimologia della parola cliente.

“Cliente è colui che è sotto la vostra cura, protezione e guida.”

Questa cosa mi ha fatto molto riflettere.

In generale posso dire che seguo (quasi) sempre questa filosofia nel rapporto con le persone che acquistano da me.

Cerco di dare buoni consigli, di agire nel miglior interesse del cliente, indicare la via, far notare eventuali errori anche quando questo va contro il mio interesse.

Certo, non è facile, e chiunque lavori con le persone sa bene cosa intendo.

Ma è l’unica cosa giusta da fare ed è il comportamento che porterà SEMPRE i migliori risultati sul lungo termine.

E tu?

==> Cosa fai per prenderti cura dei vostri clienti? Dai loro sufficienti attenzioni al check-in, in stanza, al ristorante e quando li incontrate in struttura durante il soggiorno?

==> E per proteggerli? Gli consigli le escursioni giuste, le giuste precauzioni da prendere per godere al meglio il soggiorno?

Gli dici quali ristoranti, locali e negozi evitare per non prendere fregature (Intendo quelle cose da turisti dove non mandereste mai un vostro amico)?

==> E per guidarli? Sai consigliarli su come raggiungere la struttura, a che ora partire, in che tratto fare attenzione agli autovelox, come evitare zone di traffico limitato?

Riesci a dirgli qualcosa in più di quello che possono trovare da soli sul GPS? Dici loro come evitare file per le manifestazioni e attrazioni che vanno visitare?

P.s. L’anno scorso, in uno dei miei viaggi all’estero, ho visto in un hotel due dispenser posti vicino alla porta d’uscita che da sul mare con crema protezione solare.

All’entrata altri due dispenser con liquido detergente per le mani e crema dopo sole.

Ecco, per portare dalla teoria alla pratica la lezione di oggi, questo è un ottimo modo (inaspettato) per prenderti cura dei tuoi clienti!


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Tempo medio di risposta richiesta prenotazione

A prescindere dall’attendibilità dei risultati, che sono stati misurati con un software che, molto probabilmente, prende in considerazione anche le risposte automatiche degli autorisponditori, questo test è un interessante spunto di riflessione.

Su un campione di 5.000 hotel il tempo medio di risposta ad una richiesta di prenotazione è di 1 giorno, 3 ore, 42 minuti 2 10 secondi.

Si, hai letto bene: UN GIORNO e spicci.

Ora, è molto importante contestualizzare questo risultato al giorno in cui viviamo.

Fino a 10 anni fa, rispondere in un giorno sarebbe stato un ottimo risultato.

Fino a 5 anni fa sarebbe stato accettabile.

Ma in un epoca in un cui l’immediatezza della comunicazione domina il mercato, una “latenza” di un giorno corrisponde ad un rischio concreto e dimostrabile di perdere il cliente.

Pensa soltanto che Facebook ha comprato WhatsApp per 19 MILIARDI di dollari.

Hanno guadagnato utenti? Forse qualcuno, ma il 90% delle persone che usavano WhatsApp per comunicare, erano già utenti Facebook.

Solo che usavano WhatsApp esclusivamente da dispositivi mobili e quindi comunicavano molto più velocemente.

Altra nota interessante: hai notato che se scrivi un messaggio privato ad una pagina di Facebook (quindi business person o azienda) ti indica in quanto tempo l’utente risponde mediamente ai messaggi?

Tutto questo oggi significa solo una cosa: la velocità nella comunicazione oggi è indice di performance.

Ora, posto che in qualsiasi azienda le attività vanno ordinate per priorità e che vendere è la priorità Numero 1 di qualsiasi azienda, do per scontato che il ritardo nelle risposte che dai a chi ti chiede di acquistare i vostri servizi, NON sia una scelta.

Do per scontato che tu abbia una persona (come minimo) che legge costantemente le email e che sia pronta a rispondere a quelle più urgenti.

E attenzione: quelle più urgenti non sono necessariamente quelle che hanno la data di arrivo più vicina.

Anche qui bisogna sapersi dare priorità in ottica revenue: quelle più urgenti sono quelle che possono generare il maggior risultato in termini economici per il tuo hotel.

Fatte tutte queste premesse: come è possibile ridurre il tempo medio di risposta delle richieste nel tuo hotel?

Semplice, con un CRM.

Integrato al gestionale, che sia in grado di “leggere” i prezzi costantemente aggiornati e ti permetta di produrre un modello predefinito (che avrai impostato in precedenza) per il preventivo.

Il tempo medio che occorre per preparare ed inviare un preventivo con un gestionale all-in-one con un CRM integrato è di 40 secondi.

Si, hai letto bene: QUARANTA SECONDI.

Riesci ad immaginarti che vantaggio può darti questa velocità rispetto ai competitor?

Te lo dico io.

E’ come gareggiare con una Lamborghini Adventador in una gara di 500 d’epoca.

Di questo, e molto altro, parlerò durante lo speech “Generazione CRM” all’evento Albergatore Pro di settembre.

Stai pronto a far rombare i motori!


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Quanto costa un dipendente sbagliato?

Serata di Vigilia.

Due parole per presentarti un altro grande speech di domani.

Andrea Condello, cofondatore di OSM, parlerà di come valutare e scegliere il dipendente ideale.

Ti dico la verità: la prima volta che ho sentito parlare del test Iprofile mi sono veramente entusiasmato.

Primo, perché non vedevo l’ora di farlo. E infatti l’ho fatto. E ti assicuro che è come trovarsi di fronte alla propria “radiografia mentale” che evidenzia, nero su bianco, punti deboli e punti di forza.

Cosa che ho apprezzato tantissimo perché, da sempre, sono convinto che lavorare sui propri punti deboli sia la cosa più importante in assoluto per crescere come persona e come professionista.

Secondo perché la maggior parte degli albergatori che conosco, per assumere i loro dipendenti, si affidano ad un miscela esplosiva di istinto e “tirchieria”.

E capirai bene che non è esattamente il massimo della scientificità.

Con Iprofile si entra in una nuova era.

Un test automatico, compilabile on-line, con 242 domande che ti permettono di valutare gli indici di performance del candidato, sia dal punto di vista umano, sia per le attitudini professionali.

Altra cosa importante: la valutazione dei parametri avviene in funzione del ruolo per il quale è in atto la candidatura:

– Autodisciplina
– Determinazione
– Senso organizzativo
– Capacità di sopportare lo stress
– Leadership
– ecc…

Risultato?

Una volta ricevuti i risultati del test, saprai esattamente che persona hai davanti e se ha le caratteristiche giuste per far parte del tuo team, nel ruolo che cerchi.

E ovviamente puoi usarlo anche per valutare le persone già in organico per capire se sono allineate ai tuoi valori e se le stai impiegando nel ruolo giusto per ottenere il massimo del loro potenziale.

Come imprenditore sicuramente sarà capitato anche a te di assumere un dipendente “sbagliato” e sai bene quanto può costare in termini di tempo e denaro.

Quindi capisci da solo il valore di quello che vedremo insieme domani.

Prima di salutarci, ti lascio con una citazione a tema:

“Tu puoi sognare, progettare e costruire il posto più bello del mondo. Ma per rendere il sogno realtà ci vogliono le persone” – Walt Disney

P.s. Mi raccomando, va a letto presto e fa una bella colazione domani mattina perché ti voglio al 100%!


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Destinazioni "con potenziale"

Ho volutamente lasciato calmare il putiferio che si é creato in questi giorni per non alimentare polemiche bellicose, che non rientrano nel mio stile né in quello del gruppo.

Detto questo, per chi non avesse seguito la diatriba, durante le ultime settimane, diversi influencer hanno criticato la Sardegna come destinazione turistica evidenziandone i limiti organizzativi.

Nello specifico le carenze principali evidenziate sono queste:

==> Insufficiente adeguamento tecnologico: pochissimi esercizi coperti da wi-fi, pochi pos, scarso livello di interazione on-line dei gestori delle varie attività (si, anche ALCUNI albergatori)

==> Rapporto qualità prezzo assolutamente non competitivo con altre mete competitor

==> Scarsa attitudine a SERVIRE (nel senso più nobile del termine) il cliente secondo gli attuali canoni internazionali del turismo

Ora, io abito a Riccione da sempre e non faccio testo.

Fra l altro amo la Sardegna e nello specifico considero Stintino una delle spiagge più belle in Europa.

Proprio per questo vorrei allargare l’analisi a tutte le regioni dove il turismo non é ancora industria e fare una discussione più generale a scopo puramente didattico.

10 giorni fa sono stato a Sirolo nelle Marche.

Posto bellissimo.

Oggettivamente come scenario e mare da 10-0 a Riccione.

Lo dico da riccionese innamorato e non voglio leggere moti campanilistici né da una campana né dall’altra.

Comunque torniamo a noi. A Sirolo.

Promontorio con verde lussureggiante (tipo Thailandia), acqua azzurrissima (tipo Mexico), spiaggia di sassi molto caratteristica.

E tutto questo ben di Dio cosa porta a Sirolo?

Niente, infatti Sirolo è “la spiaggia dei marchigiani” (senza nulla togliere, è un dato di fatto che l’80% dei bagnanti vengano dal circondario).

Ora, la prima reazione di chiunque abbia un minimo di fiuto per l’imprenditoria turistica, è tipicamente:

“Qui c’è un potenziale della madonna, facendo le cose diversamente, sarebbero tutti ricchi con il turismo”.

Concetto giusto, ma che parte da un assunto completamente sbagliato.

Le cose diversamente non le faranno MAI.

Vi racconto la mia esperienza in sintesi:

1. Arrivo alle 10 di mattina di martedì e TUTTI (3-4) gli stabilimenti attrezzati sono già completi e me lo comunicano senza nemmeno guardarmi in faccia come se fossi io in difetto a chiederlo a quell’ora in quel giorno

2. Le spiagge libere sono a ridosso del promontorio che genera un ombra prematura già alle 16. Non una doccia. Non una rete per giocare a beach volley o qualsiasi altra forma di intrattenimento che compensi la mancanza di sole dopo quell’ora

3. Gli unici DUE bar circostanti sono assediati e alle 14 hanno già finito qualsiasi cosa eccetto coca-cola e patatine. E già prima avevano 3 panini in croce

Anche qui il gestore ti tratta come uno scocciatore.

E la signora vicina in spiaggia lo giustifica dicendo che “i rifornimenti arrivano attraverso il promontorio con una panda che alle 14 smette di girare perché tanto ormai la giornata é finita e loro sono svegli dalle 6 i poveretti“. Come se non potessero fare altri giri cambiando pilota e non fosse possibile prevedere un flusso di persone assolutamente normale per il periodo.

4. Il fruttivendolo in piazzetta dove abbiamo comprato delle pesche prima di rimetterci in auto verso casa (dato che al bar non era rimasto niente) ha mezzo-sbranato mia moglie per aver toccato la frutta prima di comprarla, nonostante lui stesse bellamente facendosi gli affari suoi chiacchierando di calcio con un amico.

Ripeto niente contro Sirolo, dove fra l’altro torno tutti gli anni.

Perché ci torno nonostante l’esperienza?

Perché ci arrivo in un’ora da casa, passo la giornata praticamente solo in acqua e la sera torno alla base.

Tornerò ancora, solo che porterò i panini da casa.

Semplicemente perché mi impediscono di spendere.

Ma uno che abita a Milano, Bergamo, Siena?

Perché dovrebbe venirci facendosi centinaia di chilometri in auto e pagando per ricevere questo tipo di servizi?

Per nessun motivo.

Infatti non lo fanno e Sirolo è destinata a rimanere “la spiaggia dei marchigiani”.

Ripeto, niente contro Sirolo.

Anzi preciso che, a fini didattici, puoi tranquillamente sostituire Sirolo con una delle altre centinaia di destinazioni turistiche con potenziale apparentemente insfruttato.

Vedrai che, magari cambiano gli esempi specifici, ma il senso non cambia.

Morale della favola?

Se nel 2016 una destinazione ha “potenziale insfruttato”, in Italia, nonostante internet, i blog, la crisi, le opportunità di guadagno che il turismo offre al 99%, quel potenziale rimarrà per sempre INSFRUTTATO.

Imprenditori capaci da fuori potrebbero risolvere il problema?

NO, conosco fior fior di imprenditori che si sono immolati aprendo attività in posti “con potenziale” e si sono quasi sempre ritirati per lo sconforto.

Perché un imprenditore (o alcuni) da soli non possono cambiare il tessuto di una destinazione.

Perché se tu hai un hotel e lavori bene, ma intorno ristoratori, bagnini, esercenti danneggiano i clienti, quelli magari ti ringraziano, ti fanno i complimenti per il TUO lavoro, ma NON tornano più.

Ergo, se ti viene voglia di aprire un hotel fuori dai grandi poli turistici, pensaci bene.

Fatti 1-2-3 viaggi studio PER CAPIRE, prima di valutare qualsiasi investimento.

E ricordati: se una destinazione non ha un brand nel 2016, spesso è perché non lo vuole avere.


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Incrementare visibilità e fatturato dell'hotel tramite Instagram?


lerocce

Venerdì pomeriggio, mentre stavo rientrando in auto da una delle mie solite trasferte, ho ricevuto un’apprezzatissima chiamata da uno degli acquirenti/studenti di InstaHotel Pro.

Al telefono c’era Stefano Viola titolare del Grand Hotel le rocce di Gaeta che voleva ringraziarmi e condividere con me e con il gruppo i risultati delle prime DUE settimane di studio e applicazione del corso.

In pratica una delle sue bellissime foto è stata condivisa da @beautifulhotels che è uno degli account di hotel più seguiti al mondo ed ha ricevuto la bellezza (è proprio il caso di dirlo) di 30.700 like!!

Risultato: in poche ore il suo account è ESPLOSO.

Ha ottenuto 200 nuovi follower (più di quelli che l’account dell’hotel aveva ottenuto in tutto il primo anno di vita) e addirittura 800 visitatori unici sul sito ufficiale, IN UN SOLO GIORNO.

Contro una media di 150-200 di un normale giorno di marzo.

Ah, per la cronaca, l’84,4% dei visitatori sono NUOVI visitatori.

Cioè persone che prima di venerdì non avevano MAI visitato il suo sito e probabilmente non avevano MAI sentito parlare del Grand Hotel Le rocce.

Sempre per la cronaca, da venerdì ha ricevuto una cosa tipo VENTUNO prenotazioni dal booking engine.

Ora, Stefano era fortissimo anche prima e ha un albergo bellissimo che ti consiglio spassionatamente di visitare.

Ma proprio perché è abituato a grandi numeri, il suo stupore e la sua soddisfazione per noi valgono più di una medaglia d’oro.

P.s. Dacci dentro, fidati!

Studia il corso, applica le strategie e raggiungerai risultati migliori di quelli che potete immaginare.

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