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Guida ai voti su Booking

Mi capita spesso dileggere lamentele o domande esterrefatte riguardanti gli"inspiegabili" voti ricevuti nelle recensioni di Booking.

Ora, potrebbe essereuna cosa banale e che tu, PRO, sai già, ma per sicurezza preferisco affrontareugualmente l'argomento.

I clienti di Booking NON danno voti numerici, attribuiscono "faccine".

Ogni categoria ha 4faccine, ognuna del valore di 2.5 punti, ciò vuol dire:

☹️ 2.5

😐5.0

🙂7.5

😃10

Non esistono 4, 6 o 8.

Significa pertantoche se la pulizia viene considerata "normale", ti becchi un 5.

Se lo staff ha fattoil check-out senza neanche guardare in faccia il cliente, ti becchi un 2.5.

Se il comfortgenerale è stato buonissimo ma non stratosferico, prendi un 7.5, non ci sono8.5 o 9.

Se l'esperienzacomplessiva è stata buona, ti metteranno tutte 🙂 credendo di farti un favorone einvece la media sarà di 7.5.

Per"guadagnare" la faccina che sorride a bocca aperta 😃 e ottenere un 10,bisogna far vivere un'esperienza da altrettanto bocca aperta.

O almeno, bisognaspecificare nella mail post check-out di scegliere 😃 se il soggiorno èstato di gradimento.

  • Che ne sanno i clienti a che voto corrispondono le faccine?
  • Che ne sanno i clienti che un 7.5 non è un voto alto?
  • Che ne sanno i clienti che una faccina sbagliata ci fa venire la gastrite?

Chetu faccia già del tuo meglio per stupire i clienti, non lo metto in dubbio, mauna spintina a selezionare la faccina giusta, è altamente consigliata.

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3 famiglie di albergatori su 5 vanno in frantumi a causa dell’hotel

In questi giorni difesta abbiamo (quasi) tutti avuto un po’ più tempo per noi e, anche chi hal’albergo aperto, spero possa aver trovato almeno a Natale, qualche ora dadedicare alla famiglia, al riposo e altre attività che normalmente trovano pocospazio nella routine quotidiana.

Molti di noileggono.

Io ho deciso di cominciare da un libro (l’ennesimo) sul copywriting, alcuni di voi hanno optato per il mio libro.

Lo so perché storicevendo diversi messaggi privati con le vostre considerazioni e richieste diapprofondimento.

Senza dubbio alcuno, il capitolo più “FORTE”, quello emotivamente più coinvolgente, è...IL PRIMO.

Quello dove raccontola mia storia, la storia della mia famiglia e di tutte le vicissitudini chechiunque sia cresciuto in albergo conosce perfettamente.

Certamente NON è un capitolo facile...perché in molti di noi evoca ricordi di rinunce, sacrifici e conflitti familiari.

Me ne accorgo dallereazioni.

Ma, in tutta onestà,devo dirvi che non posso accettare i complimenti che mi fate.

Perché anche inquesto caso NON ho INVENTATO niente, né enfatizzato la storia per unqualsivoglia effetto narrativo.

Ho solamente, forse,trovato le parole giuste per descrivere qualcosa che ho vissuto.

Niente di più,niente di meno.

Il punto è che, comesempre, la VERITÀ è il più POTENTE degli strumenti che abbiamo a disposizione.

E la verità è che, purtroppo, anche se molti la fuori non lo capiscono e non lo capiranno mai, crescere in un albergo NON è tutto “rose e fiori”.

Nemmeno per noi che abbiamo una PASSIONE ENORME.

Per prima cosa sitratta di un’attività MOLTO impegnativa, alienante, che ti porta a lavorare ”senzaorari”, nel week end e nei giorni di festa e...

Inoltre, peggiore dei mali, l’albergo tende ad ABBATTERE completamente le barriere tra vita professionale e vita personale.

In albergo silavora, SI VIVE, si affrontano le mille peripezie che gestire un’attivitàcomporta e lo si fa, nella maggior parte dei casi, a stretto contatto con lafamiglia e SOTTO I RIFLETTORI (occhi dei clienti) che impongono un autocontrolloche finisce necessariamente per soffocare le proprie emozioni.

Fino al momento dell’ESPLOSIONE.

E a proposito diesplosioni, in questi anni ne ho viste tante da poter scrivere un libro, solosu questo.

“A causa degli hotel” sono SALTATI matrimoni, ci sono fratelli che non si rivolgono più la parola e normali conflitti generazionali tra genitori e figli si sono trasformati in SQUARCI grandi come il Grand Canyon.

Che ti ritrovi omeno in queste parole, sappi che situazioni del genere sono MOLTO più diffusedi quanto puoi immaginare.

A volte la miccia siaccende per l’eccesso di stress dovuto ad una convivenza forzata causata dallamancanza di una corretta suddivisione dei ruoli…

A volte si tratta della classica corsa al “trono”...

Altre volte l’esatto contrario: NESSUNO vuole assumersi le responsabilità che il ruolo di leader comporta.

Ora, quello che hoimparato negli anni, è che i problemi di cui sopra sono MOLTO PIU’ difficili darisolvere di un calo di fatturato.

Certo, quando mancano i soldi è più facile scannarsi per una sciocchezza...

Ma fidati che iproblemi relazionali sono ugualmente diffusi anche in situazioni di abbondanza.

E anzi, spesso sonola CAUSA STESSA dei momenti di difficoltà.

Ora, il punto è che fare l’imprenditore non è roba per tutti.

Specialmente inItalia.

Seguimi un attimo.

Le statistiche Istat dicono che negli ultimi 5 anni in Italia solo il 4% di chi è entrato nel mondo del lavoro ha deciso di avviare un’impresa.

4 PERSONE SU 100.

E attenzione chequesti sono quelli che ci hanno provato. Quelli che ce la fanno (e dimostranoquindi di essere portati) sono MOLTI meno.

Ora ragioniamo insieme.

Essendo oltre il 70% degli hotel italiani a conduzione familiare alla seconda o TERZA GENERAZIONE, significa che molti albergatori là fuori NON hanno scelto di fare gli imprenditori.

Hanno“semplicemente” ereditato un albergo.

Più precisamente,secondo le statistiche, 96 albergatori su 100 avrebbero fatto ALTRO nella vita.

Certo, essendo natiin albergo, molti di loro conoscono il mestiere tecnicamente, sanno fare uncheck-in, sanno cosa fare quando va in blocco una caldaia e cos’è un modelloUNICO.

Ma se avessero potuto scegliere “liberamente” avrebbero fatto -chennesó- l’imbianchino, l’avvocato o il veterinario...

oppure avrebberomollato tutti e tutto per aprire un chirunguito sulla spiaggia. (Alzi la manochi non ci hai mai pensato).

Perché mai allora si ritrovano a gestire un albergo? Chiederebbe qualcuno appena atterrato da un altro pianeta...

La risposta è piùcomplessa di quello che a prima vista potrebbe sembrare.

Alcuni sono stati“costretti” dalle pressioni familiari a cui non hanno saputo sottrarsi pereccesso di affetto o difetto di personalità.

Altri, i più lontanidal mio modo di pensare, si sono lasciati ATROFIZZARE dalla pigrizia edall’AGIO che avrebbero dovuto abbandonare, ricominciando DA ZERO.

Ora, Albergatore Pro come gruppo nasce come movimento per mettere “sotto lo stesso tetto” albergatori professionisti e professionisti del settore.

Persone animatedalla stessa passione per l’hotel e dall’ambizione di raggiungere RISULTATIFUORI DAL COMUNE.

Il punto è che perottenere risultati fuori dal comune servono COMPETENZE fuori dal comune.

Per questo motivonasce il corso Albergatore Pro.

E mentre là fuoriper molti albergatori il massimo dell’impegno è fare il corso anti-incendio,qua dentro studiamo il marketing, la pianificazione fiscale, il copywriting, ilrevenue e il controllo di gestione.

Ciò detto, il VERO beneficio che ottiene chi studia con noi, NON è la crescita del fatturato o degli utili, come risultato fine a sé stesso.

È la crescita PERSONALE necessaria per ottenere i risultati di cui sopra.

È la sensazione chesi prova nell’apprendere nuove conoscenze e sviluppare nuove capacità che tiportano ad essere PADRONE dei tuoi risultati.

E del tuo destino.

Per concludere,personalmente ho sempre odiato i gruppi che assomigliano a sette dove ipartecipanti sembrano invasati che seguono il guru di turno. (Ovunque decida diportarli).

E il regalo piùgrande che puoi farmi a Natale è rimanere LIBERI di pensiero (tranne iconsulenti sfigati che cercano qui dentro il loro momento di vanagloria, voicontinuate pure a copiare nella penombra della vostra mediocrità).

Ma il “regalo” più grande che puoi ricevere studiando e mettendo IN PRATICA quello che impari -qui dentro, e ai nostri corsi- è ritrovare L’ENTUSIASMO per quello che fai.

E questo, te logarantisco, è il miglior antidoto per impedire che l’hotel possa cannibalizzarela tua famiglia.

Perché imporrà ai tuoicari di fare UNA SCELTA.

Opzione 1

Si fanno a lorovolta coinvolgere da te, si mettono a studiare e abbracciano il cambiamento, (tiassicuro che succede spesso).

Opzione 2

Si rendono conto che QUESTO mondo è TUO più di quanto non sia loro e si lasciano GUIDARE da chi ha dimostrato di sapere qual’ è la rotta da seguire...(e va bene comunque).

P.s. Linda Tonnini mi sono permesso di usare la vostra foto perché è già pubblica e perché il tuo è il messaggio che ho apprezzato di più.

P.P.S. Buone feste a voi e famiglia 😉

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Come usare il principio della DIMOSTRAZIONE per vendere ascensori, hotel di lusso e pensioni a due stelle

“Nessuna argomentazione al mondo può battere una forte dimostrazione”

Claude Hopkins

Come avevoanticipato giorni fa, durante le vacanze di Natale ho avuto modo di leggere unlibro molto interessante sul copywriting, dal quale ho appreso diversi spunti.

Purtroppo non tuttisono applicabili in hotel.

Anzi, la difficoltà maggiore quando devo consigliare ad un albergatore un testo di marketing è proprio questa:

L’applicabilità.

SI perché l’hotel èun business ULTRA SPECIFICO con dinamiche UNICHE e, se non hai l’occhioallenato da anni di esperienza, è estremamente complicato prendere un testo dimarketing generico e provare ad applicarne i concetti in ambito alberghiero.

La probabilità disegnare un autogol è altissima.

Ecco perché, quando accedo ad informazioni “nuove”, uso un metodo in 6 step per passare al setaccio le strategie potenzialmente efficaci:

• Raccolta informazioni: leggo libri, ascolto podcast, guardo video, imparo nuove strategie.

• Filtro: mi affido all’esperienza e all’intuito per scartare quelle che ritengo inapplicabili in hotel.

• Ricerca case history: a questo punto faccio mente locale per ricordare e individuare quelle già applicate con successo da uno delle migliaia di hotel con cui sono entrato in contatto.

• Declinazione ad un nuovo caso specifico: valuto a quale albergo che seguo posso fare applicare la nuova strategia.

Test: provo la strategia sul campo.

• Creazione case history: raccolgo dati e analizzo i risultati. Aggiungo la case history al mio database di cui sopra.

Nello specifico,durante le vacanze mi sono soffermato a ragionare sul concetto di DIMOSTRAZIONEsecondo il quale NESSUNA tecnica di persuasione, nemmeno IL MIGLIOR copy delmondo, può essere efficace quanto una dimostrazione.

E, a DIMOSTRAZIONE di ciò, ci tengo a condividere con te una storia…

Molto probabilmenteconoscerai gli ascensori OTIS.

Se su due piedi il nome non ti dice niente, non importa.

È la marca più diffusa al mondo, sicuramente ne avrai usato uno per spostarti da un piano all’altro. Magari anche di un hotel. 😉

Ma l’azienda OtisNON è conosciuta per aver inventato gli ascensori.

Sai cosa l’ha resacosì famosa piuttosto?

Te lo dico subito.

Sono stati i primial MONDO ad introdurre il sistema di bloccaggio che impedisce all’ascensore diprecipitare in caso di rottura dei cavi.

Ora, nel 2019 questa funzionalità potrà sembrarti banale come l’uovo di Colombo.

Ma devi sapere chePRIMA della diffusione di questo sistema le persone erano letteralmenteTERRORIZZATE dalla possibilità di precipitare nel vuoto in caso di guasto.

E questa fobiarendeva dannatamente complicato vendere appartamenti ed uffici ai piani altidegli edifici, bloccando lo sviluppo di intere città che avevano ormairaggiunto il punto di saturazione con la classica edificabilità orizzontale…

Le cose stavano più o meno così:

• Nessuno avevavoglia di fare le scale.

• Nessuno volevarischiare la vita salendo su uno di quei cosi.

• E anche quando è stato presentato questo nuovo “sistema di bloccaggio” nessuno era disposto a fare da cavia per provarne l’efficacia (e se non avesse funzionato?).

Fino a quando…

Nel 1855 il Signor Otis in persona decise, durante una manifestazione di settore, di DIMOSTRARE l’efficacia del sistema, provandolo in diretta davanti a MIGLIAIA di persone.

Si mise quindiall’interno dell’ascensore e ordinò ad uno suo collaboratore di TAGLIARE, unoalla volta, i cavi che lo reggevano.

Risultato?

L’ascensore scesesolo di pochi centimetri e si bloccò.

SENZA PRECIPITARE.

E, per quantol’invenzione geniale fosse già stata attuata e funzionante, questa singolaDIMOSTRAZIONE cambiò il mondo.

Perché PERSUASEimmediatamente le persone.

E permise a città come New York di svilupparsi IN VERTICALE dando vita alla creazione dei grattacieli che oggi dominano lo skyline delle principali metropoli internazionali.

Bella storia, eh?

Ok, ma come possiamo applicarla all’hotel?

Caso studio: mentrecamminavo per le vie di Singapore, perso nel tentativo di ricordare un hotelche conosco che avesse già attuato con successo la tecnica della dimostrazione,ho raggiunto l’iconico Marina Bay Sands per un sopralluogo.

Se non lo conosci tela faccio breve: parliamo di uno degli hotel PIU’ FAMOSI AL MONDO.

Ti do giusto qualchedato a corredo:

• 5 stelle lusso.

• 2561 camere.

• 50 ristoranti.

• l’Infinity poolpiù grande del mondo al 57 piano.

• Il terzo casinòpiù grande al mondo per estensione.

• Un canale comequello di Venezia (navigabile con barchette a noleggio) che taglia in duel’area commerciale costellata dalla boutique delle marche più esclusive (Gucci,Chanel, Prada, Bulgari, Givenchy, Hermes…solo per citare i più rappresentativi).

Quando si diceelementi differenzianti…

Fatto sta che, mentre camminavo per LE VIE DELL’HOTEL, frastornato da tutta questa GRANDIOSITA’ non ho potuto fare a meno di collegarmi ai miei ragionamenti precedenti…

Su due piedi hopensato:

“Sei hai un hoteldel genere sicuramente non hai NIENTE DA DIMOSTRARE…”

Niente di più sbagliato.

Perché un hotel delgenere ha come competitor il Bellagio di Las Vegas, L’Emirates Palace di AbuDhabi e il Burj Al Arab Jumeirah di Dubai.”

Non propriopensioncine a cui mancano gli effetti speciali…

Ora però ti chiedo:

Quanti hotel infintamente più “normali” del Marina Bay conosci che riempiono il sito di aggettivi come “lussuoso”, “esclusivo”, “prestigioso”, ecc…??

Te lo dico io,troppi.

Motivo per cui certedescrizioni ormai risultano completamente inefficaci.

Soprattutto agliocchi di una persona con reddito a 5-6 zeri che ha girato il mondo, visto ditutto e non si lascia certo condizionare da un aggettivo.

E in effetti sulsito del Marina Bay le descrizioni sono assolutamente sobrie se paragonate alcontesto…

Ora ripeti con me:

“Nessuna argomentazione al mondo può battere una forte dimostrazione”.

Ti interessa saperecome è stata applicata la strategia della dimostrazione al Marina Bay?

Seguimi.

A piedi della torrenumero 1, a pochi passi dall’ingresso principale, c’è un piccolo parcheggio chesi affaccia direttamente sui corridoi più trafficati dell’hotel.

Il parcheggio puòospitare solo poche auto ed è l’unico “esposto”, a differenza delle migliaia diposti sotterranei, lontano da occhi indiscreti...

Tranquillo, non stoper presentarti il piano per rubare una macchina. 😉

Il punto è che, a prescindere dalla posizione, ti assicuro che è letteralmente IMPOSSIBILE non notarlo.

Sai perché?

Perché è riservatoad un certo tipo di clienti "speciali".

I proprietari di supercar come FERRARI E LAMBORGHINI.

In pratica, entrandodall’ingresso principale tirati come ad una serata di gala, uno staff diparcheggiatori d’elite, mettono in fila almeno 10 gioielli a motore su 4 ruote.Ogni giorno che Dio manda sulla terra.

E i bolidifiammanti, rossi, neri e gialli, sono li a dare il benvenuto agli ospiti che simettono in posa per una foto di rito.

Ti viene in mente unmodo più efficace per comunicare:

“Benvenuto nell’hotel preferito dai MILIONARI di tutto il mondo”?!

Non sforzartitroppo, non lo troveresti.

Ok, Gian Marco tuttochiaro.

Ma io NON vendoascensori e i miei clienti NON guidano Ferrari.

Come posso applicare questa strategia nel MIO hotel?

TI ringrazio per ladomanda.

E sono certo che tiinteresserà sapere come tantissime pensioni in Romagna hanno applicato questastrategia per DECENNI, con estremo successo, pur disponendo di modestestrutture del dopo guerra…

Quindi scopriamoloinsieme.

La Romagna basa granparte del suo successo sui principi di OSPITALITA’, CALORE e su quellasensazione impagabile di sentirti trattato come un VIP anche in un albergo dapoche decine di euro a notte…

Questo fa si chemigliaia di persone TORNINO ogni anno per provare di nuovo la sensazione disentirsi AMATI, COCCOLATI e IMPORTANTI, a prescindere della disponibilitàeconomica.

E sai come lepensioni in Romagna usano la tecnica della DIMOSTRAZIONE per diffondere questomessaggio?

I PREMI.

Si, hai capito bene,i premi.

In pratica gli hotel della riviera, supportati dai lungimiranti enti locali, sono soliti consegnare dei premi, delle targhe celebrative (a mo di statuetta degli oscar tanto per rimanere in meta di sentirsi VIP), per PREMIARE i clienti affezionati che tornano da 30, 40, a volte anche 50 anni di fila.

E ti assicuro chenon c’è dimostrazione più forte per diffondere il messaggio: “qui si statalmente bene che i nostri clienti tornano ogni anno.”

Infatti, il clientefacendosi fotografare con il premio, diventa testimonial DIMOSTRANDO CHE èTUTTO VERO e confermando di fatto la scelta.

Diffondendo laconvinzione che “In Romagna si sta bene”.

Questo perché, lareazione di chi guarda è automatica e prevedibile.

"Quale pazzo autolesionista tornerebbe per 30 anni in un hotel dove NON si è trovato a meraviglia?".

Bene, ora se haicapito l’importanza della dimostrazione, è il tuo momento.

==> Cosa vuoi comunicareal tuo target?

==> Qual’ il tuomessaggio differenziante?

==> Come puoiusare la tecnica della DIMOSTRAZIONE per convincere i potenziali clienti checiò che dici è assolutamente vero?

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Pianificare il 2019 - Guida pratica: 3 obiettivi, 4 requisiti

È domenica, e mentrescrivo questo post sono seduto ad un tavolino con vista Marina Bay in attesa didirigermi in aeroporto, dove mi attende il volo di rientro per l’Italia.

Le vacanze sono finite e sono pronto a mettermi al lavoro per raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato di raggiungere nel 2019.

Così, per dare seguito al webinar dell’altro giorno, ho deciso di mettere nero su bianco i concetti trattati e condividere lo schema a 4 colonne pronto all’uso.

Anzi, ho fatto di più.

Per ingannare l’attesa ho confezionato un vero e proprio report, una guida pdf passo-passo.

A dir la verità io l’ho solo buttata giù su un tovagliolo poi l’ho mandata a Daniele Sarti che l’ha “digitalizzata” e me l’ha rimandata.

Quindi ora tocca ate “chiudere il triangolo e andare a segnare”.

Scarica il report che trovi qua sotto e segui le istruzioni per impostare i tuoi obiettivi.

Ti sfido acondividerne almeno uno, (con focus sull’hotel) commentando questo post.

Per dare il buon esempio, comincio io:

1) Il mio primo obiettivo professionale è far crescere la community Albergatore Pro e farla diventare il punto di RIFERIMENTO INDISCUSSO per albergatori professionisti in Italia (se ti senti parte del progetto sono quasi sicuro che farà piacere anche a te).

2) Per farlo abbiamoconsiderato un budget di 30.000 €, dobbiamo sviluppare maggiori competenzenello sviluppo video e ci affideremo ad una delle agenzie più innovative inItalia per promuovere servizi on-line.

3) Il driver modifica metrica (scoprirai nel report come definire il tuo) è “incrementare la dimensione del gruppo fino ad arrivare a 5.000 iscritti entro il 31/12 2019”.

4) La motivazionesuperiore è quella di CONTRIBUIRE allo sviluppo del settore hotel in Italia,attraverso la creazione di una nuova CULTURA professionale che consenta aglialbergatori di ottenere il MASSIMO dal proprio hotel, pur riuscendo a GODERSIla vita.

Così facendo sentiròdi aver fatto la DIFFERENZA MIGLIORANDO la mia vita e quella di tante persone.

E tu...? Cosa ci fai ancora qui?

Scarica subito ilreport, compila lo schema e metti nel mirino i tuoi obiettivi per il 2019.

P.s. Solo dopoaverlo provato, se pensi che il report possa essere utile ad un amico/collegaalbergatore, condividi il link e dacci una mano a raggiungere il NOSTROobiettivo 😉

https://www.albergatorepro.com/report-obiettivi-2019/

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Il giorno ideale per decidere cosa ti succederà domani

Con oggi si chiudeil 2018.

Come ogni anno ètempo di guardarsi indietro, tirare le somme e fare un bilancio dei risultatimateriali e IMMATERIALI.

Per quanto miriguarda è stato un anno di grandi SODDISFAZIONI ma sicuramente il piùIMPEGNATIVO della mia vita:

ho avviato due nuove società (una è ancora top secret) ho scritto il mio primo libro, abbiamo realizzato il corso professionale di maggior successo nella storia dell’hotellerie in Italia.

Il Brand AlbergatorePro è ormai maturo e riconosciuto.

Ma NON è stato tutto “fragole e champagne” ...

Ho fatto anchediversi errori.

Ho lasciato chealtre persone condizionassero il mio stato d’animo.

Ho lasciato chel’entusiasmo mi portasse a fare TROPPE cose.

Ho permesso allafatica di soffocare l’entusiasmo.

Ho capito che devoimparare a dire NO.

Ho imparato che prima di dire SI a qualcuno, devo essere sicuro che non sto dicendo NO a me stesso.

E tu?

Quali risultati hai ottenuto per il tuo hotel?

Quali sensazioni hai provato mentre lo facevi?

Cosa hai imparato?

A queste domandeognuno di noi può rispondere in modo più o meno sincero.

Ma il passato èpassato e non possiamo cambiarlo.

Quello che invece possiamo fare, è metterci al lavoro per pianificare il 2019. E gli anni a seguire.

E imparare asfruttare il POTERE DEGLI OBIETTIVI.

Per essere sicuroche tu capisca l’importanza di saper usare questo “potere magico” voglioraccontarti una cosa.

Qualche settimanafa, mentre mettevo in ordine la scrivania, ho trovato un vecchio post-it del2015 con una lista di 5 obiettivi.

4 li ho raggiunti,uno invece “me l’ero dimenticato” e l’ho perso per strada...

Pur essendo una cosamolto importante per me, prevedeva una serie di livelli intermedi da sbloccarePRIMA, e al solo pensiero di dover affrontare tutti quegli ostacoli, il miocervello ha messo il pilota automatico e “me l’ha cancellato” dalla lista.

Così, ho deciso di dividerlo in 3 obiettivi più piccoli, uno dei quali è in cima alle cose da fare nel 2019.

E tu?

Hai già fatto unalista dei micro e macro obiettivi per il prossimo anno?

E per i prossimi 5?

Ricorda: le personetendono a sopravvalutare quello che possono fare in un anno e sottovalutarequello che possono fare in 5 anni.

Che dici se facciamoun webinar sull’importanza di definire gli obiettivi giusti con una guidapratica su come impostarli?

Buon ultimo dell’annoa chi farà festa e chi lavorerà per far festa agli altri.

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Bliss surfer hotel Bali- Analisi della destinazione, target di riferimento, posizionamento, brand name, PR, scelta dei servizi

Le vacanze a Bali proseguono a gonfie vele (facile con il vento che c’è) e dopo aver condiviso le mie considerazioni sul movimento turistico locale (se te lo sei perso trovi il video qui: https://www.facebook.com/gianmarco.montanari/videos/10218706696244916/), è giunto il momento di parlare di hotel.

Ma, prima di parlare del caso studio di oggi, come da manuale, facciamo insieme un’analisi della DESTINAZIONE.

Qui il posizionamento è INEQUIVOCABILE e Bali urla la propria identità come VannaMarchi ai tempi d’oro:

QUESTO É IL PARADISO DEL SURF.

D’ACCORDOOOOO?!?!?!

Oggi turisti da ogni angolo del pianeta affollano le stradinedissestate dell’isola per godersi una giornata di mare, ubriacarsi nellediscoteche che ospitano i DJ più conosciuti al mondo (roba che Riccione adagosto in confronto sembra una casa di riposo per anziani) o per taggarsi inuno degli esclusivissimi beach club, fiore all’occhiello deglihotel più prestigiosi.

Attori, sportivi e celebreties optano invece per MEGAVILLE conpiscina a strapiombo sulla foresta, soluzione ideale per coniugare lusso, relaxe il preziosissimo “diritto all’oblio”.

Ma in origine c’era “solo” il surf.

Sulle spiagge di Bali ONDE LEGGENDARIE fanno ringhiare l’oceano indiano, TRECENTOSESSANTACINQUE giorni l’anno.

Roba che un “mercoledì da Leoni” qui sarebbepassato inosservato come un punk nella metropolitana di Londra.

O un aspirante rapper a Brooklyn.

In un simile scenario naturale, degno del set di un colossal, migliaia di spiriti liberi salgono su una tavola dalle prime ore del mattino e sfidano la natura, con la pioggia e con il sole, per sentirsi un po’ più ribelli.

Passano le giornate cosi, a caccia dell’onda perfetta.

Poi, gradualmente, mentre il cielo sfuma dall’azzurro all’arancio attraversando gradazioni di colorea cui non saprei dare un nome, il volume della musica lounge dei chioschi sullaspiaggia supera quello del mare...

È il segnale che la giostrasta per compiere l’ultimo giro.

Inizia una lenta processione.

Ragazzi e ragazze di tutte le età, escono dall’acquacon le tavole sotto braccio e si ritrovano intorno ad un falò sulla sabbia a gesticolareanimosamente per decretare la miglior performance della giornata, fino a quandola quarta birra li rende tutti fratelli.

Inutile precisare che sono LORO i VERI PROTAGONISTI.

Ora, capite bene che nonostante a Bali girino MILIONI tutto l’anno, in un contesto del genere boutique di Gucci, Prada o Louis Vuitton sono appropriate come l’ananas sulla pizza.

Infatti le vie del centro sono DOMINATE da altri brand:

🌊 Billabong
🌊 Vans
🌊 Quicksilver
🌊 Oakley
🌊 Rip Curl

Tutte marche ultra specializzate in abbigliamento e accessoriper surfisti.

Per capirci, ieri alle 17.24 ho preso una t-shirt in un anonimonegozio multimarca e il mio era lo scontrino numero 342 della giornata (!!!)

Ora ipotizziamo di dover aprire QUI un nuovo hotel...

Che ne dici di un bell’ hotel dallo stile classico con arrediricercati, arazzi, tappeti persiani e posateria d’argento?!

Sebbene altrove sarebbe un’ottima idea, qui c’entra come una bottiglia d’acqua ad un aperitivo di coscritti. INVENETO.

ZERO ASSOLUTO.

Ed è la stessa cosa che deve aver pensato l’ideatore del Bliss-surfer Hotel.

Brand name.

Bliss. Alla lettera significa Beatitudine.

Riesci a trovare una parola più appropriata per definire lo stato d’animo dei surfisti di cui sopra intorno al falò?!

Io no. E si da il caso che ho la reputazione di uno che le satrovare, le parole giuste.

E il ristorante?

Si chiama BOMBORA. Cito wikipedia: “is an indigenous Australian term foran area of large sea waves breaking over a shallow area”.

Tradotto: “termine degli indigeni australiani che indica unagrande aera dove le onde si rompono su un fondale basso”.

E la spa?

Wave senses: “la sensazione delle onde”.

Sul posizionamento “surfer hotel” direi che possiamotranquillamente adottare l’atteggiamento di Ceccarini in merito al famosocontatto Iuliano-Ronaldo.

Passiamo oltre.

Tanto nemmeno sforzandoti riusciresti a NON vederlo.

Pubbliche relazioni.

Quello che invece è molto interessante sottolineare è che l’hotel, grazie all’identità cucita a doppio filo allo spirito dell’isola, è diventato un vero e proprio LUOGO DI CULTO.

E anche chi NON riesce a prenotare (perché trova pieno) non può esimersi dal recarsi inpellegrinaggio per scattare una foto dall’esterno.

Ne parlano TUTTI. Riviste per appassionati, organizzatori diescursioni... 

Pensate solo che i venditori di fumo dell’isola (altro prodotto particolarmente apprezzato dal target) siappostano strategicamente nel parcheggio di fronte all’hotel (non dell’hotel) per intercettare clienti.

E dal momento che nessuno dei clienti dell’hotel si scandalizza per una cannetta, invece di danneggiarne l’immagine contribuiscono a far girare il nome, creando unPASSAPAROLA ENORME.

Altri elementi a rinforzare l’identità dell’hotel?

🏄🏻‍♂️UnENORME insegna gialla all’esterno a forma di surf.

🏄‍♀️Insegneinterne che indicano le camere, sempre a forma di surf.

🏄🏻‍♂️Proiezionisu maxi schermi all’esterno di tutti i principali tornei internazionali di surf.

🏄‍♀️Appositasezione sul sito ufficiale con lista di tutti i migliori spot dell’isola per surfare.

Che dici? 

Basta per attirare l’attenzione di ungiovane australiano mentre scorre la lista su bookingpuntocom?!?!

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La storia dell’oste Romano - Versare alla traditora

Lo so che è Natale, ma una promessa è una promessa e ieri ho promesso a Francesco Ricci che gli avrei svelato la storia più interessante che un albergatore (bugia) mi ha mai raccontato.

Ora, lo so cheteoricamente potrebbe non fregartene niente, intenti come sei a raccogliere leforze prima del pranzo all’ingrasso.

Ma dato che io sonoa tutt’altra latitudine e dovrò accontentarmi di un avocado toast, ho deciso dicondividerla comunque per darti un esempio concreto di quello che intendevoieri con le storie da comodino da lasciare ai vostri ospiti.

Pronti? Partiamo.

Mi trovavo a Roma per lavoro, sarà 2 o 3 anni fa, e dopo una di quelle giornate d’autunno cosi calde da dimenticarsi la giacca in giro, ho fatto un paio di telefonate e ho organizzato una cena al volo con un paio di amici romani che non vedo tanto spesso: Marco Tolino e Claudio Remedi, così mi ricordo anche di farvi gli auguri di Natale.

Finiti nella tipicaosteria romana, dopo un’attenta analisi del menu, ho optato per un superclassico della cucina capitolina: polpette al sugo e carciofi alla romana.

Per intenderci,parliamo di una di quelle specialità locali che ti fa sentire ORGOGLIOSO DI ESSEREITALIANO.

Detto questo, a metàdella cena, non so per quale motivo, forse confuso da qualche calice di troppo,ho fatto il maldestro gesto di versare il vino ai miei amici con il polsorivolto verso l’alto.

Non l’avessi maifatto, l’oste si è lanciato con un salto verso di me.

“Ma che stai a fa?! Versi er vino alla TRADITORA?”

Chiaramente nonavevo idea di cosa stesse dicendo.

Ma dopo un lungoattimo di silenzio, l’oste deve aver colto il mio smarrimento e con laproverbiale simpatia romanesca si è subito prodigato di raccontarmi la storia.

“Come te chiami te?”

“Gian Marco”

“Vedi Giammà, devi sapè che nell’antica Roma (chissà perché i Romani sono convinti che TUTTO sia nato a Roma) quanno se doveva avvelenà quarcuno, se metteva er veleno in un anello spesciale, con dentro una capsula che s’apriva appoggiandoce er dito e, mentre se versava er vino dalla brocca, se faceva scivolà er veleno ner calice del malcapitato.

Che ovviamente, pocodopo, manco a dirlo, “ce lasciava e penne”.

Così, da quella vorta, quer finto gesto de cortesia è sempre stato collegato ai traditori che avvelenavano laggente.

Ora, che la storiaabbia un fondamento di verità o che sia la tipica leggenda che si tramanda dagenerazioni, non fa alcuna differenza.

Perché questa è latipica cosa che fa impazzire i turisti, che non vedono l’ora di rientrare perraccontarla a tutti i loro amici.

E tu?

Hai già fatto mentelocale sulle storie locali da raccontare nelle tue cartoline?

Se si, postala checi facciamo una cultura in questi giorni di festa.

P.S. A proposito di storie, ti sei messo in pari con le puntate del podcast?

Se non l’hai ancora fatto ti lascio il link. Natale è il periodo IDEALE per rimediare!https://itunes.apple.com/…/po…/albergatore-pro/id1415532944

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Il Frangipani, i falchi di Abu Dhabi e le storie da raccontare ai tuoi ospiti

“Se io ti dico una cosa la dimentichi,

se te la mostro potrai ricordarla,

se ti coinvolgo...è tua!”

Cit. Federico Buffa

Dopo 4 giorni di viaggio, e dopo essere sopravvissuto allalettura di un menu in un ristorante di Singapore che riportava letteralmente“carbonara waffle pizza”, sono finalmente arrivato a Bali. 

Prima che me lo chiedi, qui (per ora) tutto tranquillo.

Lo tsunami di cui hai sentito in Tv ha toccato la costa ovestdell’Indonesia vicino a Jakarta, ad oltre 1.000 chilometri di distanza.

Al solito qui la situazione è MOLTO rilassata: sole, mare emusica lounge.

  • Dopo l’anno più intenso della mia vita, non avevo bisogno d’altro.

Nel frattempo, come sempre, sto raccogliendo spunti eispirazioni su ogni situazione ricollegabile al turismo in generale e aglihotel in particolare.

Ma ormai lo sai, questo per me NON è lavoro, è DIVERTIMENTO.

Cosi, dopo aver preso possesso della camera, e dopo aver lettoil messaggio di benvenuto, mi sono messo a ragionare su una cosa.

Da sempre, uno dei desideri principali di chi viaggia è scoprire nuove storie da ricordare e raccontare al proprio rientro.

Pensaci, è sempre stato così.

Fai il tuo viaggio, torni e non vedi l’ora di invitare i tuoi amici a casa o al ristorante per condividere le foto, raccontare delle escursioni, di quel piatto preparato con spezie particolari (di cui ha la credenza piena e che non userai mai) e delle tradizioni locali a cui hai preso parte, fosse anche solo attraverso i racconti di una guida.

E oggi tutto questo è ancora più vero perché, attraverso isocial, le storie possono essere raccontate MEGLIO, grazie alle immagini e aivideo, IN TEMPO REALE, e a MOLTI PIÙ “AMICI”.

Quelli di Instagram lo hanno capito prima di tutti, creando una nuova sezione dedicata che è sicuramente uno dei più importanti trend di comunicazione degli ultimi anni.

Si chiama stories, appunto.

E gli hotel?

Al momento in Italia siamo ancora un passo indietro, purtroppo.

Ma noi siamo qui NON siamo semplici albergatori italiani. 

Siamo Pro, giusto?

Ecco quindi la lezione di oggi.

  • Quali sono le storie legate al territorio, alle tradizioni locali, al tuo hotel, che vale la pena raccontare?
  • Cos’è che da turista saresti curioso di sapere e che oggi stai dando per scontato?
  • O peggio, che stai raccontando CASUALMENTE, quando ti viene in mente, durante UNA chiacchierata con un cliente?

Compiti per le vacanze.

  • Prepara un set di almeno 4-5 storie.
  • Scrivi qualche riga (possibilmente in copy) e abbinaci una foto.
  • Ora stampa queste cartoline su un cartoncino e assicurati di farle trovare in camera all’arrivo dei tuoi ospiti. (O la sera, dopo il ripasso).
  • Soggiorno breve basta una, soggiorno di una settimana almeno un paio. Albergo 4-5 stelle, una ogni sera.
  • Se poi vuoi il bacio accademico realizza anche una serie di video da un minuto ciascuno e caricale sul canale Youtube del tuo hotel. Ma SOLO DOPO aver stampato le cartoline.

Per capire il valore di questo piccolo gesto, la prima volta cheho visto una cosa del genere mi trovavo ad Abu Dhabi nel 2013.

Là i falchi sono considerati animali SACRI a tal punto che possono viaggiare in aereo coi passeggeri ed è possibile riservare loro un posto.

I migliori falconieri del mondo arrivano da ogni parte del mondoper addestrare gli esemplari più belli e ad Abu Dhabi esiste l’unico ospedaleper falchi al mondo, l’Abu Dhabi Falcon hospital.

Ora, il punto è per scrivere queste cose NON ho cercato su Wikipedia.

Me le ricordavo dalla cartolina.

E sono passati CINQUE ANNI.

Ora capisci il senso della cosa?

P.S. Nella foto trovi la storia del Frangipani, Il fiore simbolo di Bali, che ho trovato sul comodino come storia della buonanotte.

P.P.S. Chi vuole conoscere la storia più interessante che un albergatore italiano mi ha mai raccontato?

Ah, quasi dimenticavo...

Buon Natale 🎄

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Perché la domanda “Soggiorneresti nel tuo hotel?” è una cagata pazzesca e perché nessuno che capisce di marketing te la farebbe mai

Ieri mattina stavofacendo la mia solita rassegna stampa con focus sull’hotel, quando ho notato unanotizia che ha attirato la mia attenzione.

Nello specifico si parlava della necessità di svecchiare il parco hotel della riviera romagnola (dato di fatto oggettivo e in quanto tale non opinabile).

Detto questo, il giornalista in questione ha aperto il pezzo con una domanda ad effetto che (troppo) spesso viene usata come strumento per muovere le coscienze e i sensi colpa degli albergatori per stimolare un cambiamento.

“Ma tu soggiorneresti nel tuo hotel?”

Ora, per intenderci,se la domanda è rivolta specificamente al proprietario di un immobilefatiscente anni ‘80, posso comprenderne e condividerne il fine. (Anche serimane una domanda SBAGLIATA e tra qualche riga ti spiego perché).

Ma se vienegeneralizzata, rivolgendola ad una platea, fisica o virtuale, di albergatoridella riviera, diventa fuorviante e anche pericolosa.

Perché oltre il 50% (e sto basso) degli hotel di Rimini sono 3 stelle.

Motivo per cui,prima di proseguire il discorso, è necessario riaprire una finestra sul target.

❓Qual è il target PRINCIPALE di un 3 stelle a Rimini?

  • ✅ Famiglie con bambini. Siamo d’accordo?

❓Ora, che mestiere fanno le persone che soggiornano in questi hotel?

Iper semplifichiamo?

  • ✅ Impiegati, artigiani, micro-imprenditori.

❓ Quanto guadagnano in media?

  • ✅ Generalizzando possiamo dire tra i 25k e i 50k netti (magari sommando due stipendi).

Ora, io lo so che sono un rompi-palle e non avevo nessuna intenzione di fare saggistica noiosa, ma queste cose se fai l’imprenditore LE DEVI SAPERE.

E se il tuo lavoro èfare il consulente, il politico o qualsiasi ruolo che abbia un’influenza sulturismo, le devi sapere. A MAGGIOR RAGIONE.

Altra precisazione.

Io lavoro SOLO con albergatori.

E per quanto il miotarget sia leggermente superiore alla media di mercato, per una questione statisticaho lavorato con tanti 3 stelle.

E siccome sono coerente, quello che ti consiglio di fare lo faccio io per primo.

Bene, il 70% dei miei clienti guadagna una cifra (sempre generalizzando) compresa tra i 50 e i 150 mila euro l’anno.

E no, non mi interessacosa dicono i bilanci (esistono compensi di amministratore, rimborsi spese,royalties sui marchi e altri modi assolutamente legali che vedremo al corso dinovembre per abbassare la base imponibile).

Io vivo nel mondo REALE, non in quello delle favole.

A tal proposito vorrei ricordare a tutti coloro (albergatori e non) che alimentano lo spettro degli hotel con “redditività ZERO” che, se così fosse, NON saremmo qui a parlare (né loro né io).

Ora ti faccio unadomanda facile facile.

Secondo te, una persona che guadagna 30 mila euro l’anno, ha le stesse abitudini di acquisto di qualcuno che ne guadagna 70 o 100?

Compra gli stessioggetti? Indossa gli stessi vestiti?

Prenota gli stessihotel?!

A scanso di equivoci te lo dico io. Nel 99% dei casi, NO.

Per fortuna è finitoil tempo degli albergatori miliardari (in lire) che rinunciavano alla propriavita per principio di coerenza con la dichiarazione dei redditi.

Ora, tornando altema principale del post, se pensi che il tuo hotel sia brutto, fai unesperimento.

  • Pesca a caso 10 città di residenza dei tuoi clienti dal gestionale.
  • Tra queste 10 scegline 3.
  • Fatti un anno a Rho, Gualtieri, Lodi, o roba del genere.

Affitta un appartamento di 60 mq e prova “l’ebbrezza” di uscire per strada il 20 di luglio con 38 gradi, quando l’asfalto evapora e si fonde con la cappa di umidità e polveri sottili per dar vita alla miscela che vai a respirare.

Poi torna in riviera. Dove ti pare.

Vedrai che l'hoteldove "non andresti in vacanza” ti sembrerà subito meno brutto.

ATTENZIONE: questo post NON è un inno alla non ristrutturazione o al mantenimento di strutture fatiscenti.

Chi mi conosce losa, ma ormai siamo tanti ed è meglio specificare.

Sto solo dicendo cheper incrementare le performance di un hotel NON bastano 2 MILIONI di euro perristrutturare.

Chiaramente se cisono è meglio.

Ma PRIMA serve saper fare marketing.

Per creare unprodotto che sia funzionale alle esigenze del target.

Un hotel con unposizionamento preciso, ORGANIZZATO, con super colazione, e con tutti i serviziin linea con le promesse fatte in fase di vendita. Possibilmente con qualcosadi unico.

Ma, sia chiaro, spendere due milioni di euro non ti renderà magicamente un albergatore professionista.

A tal proposito,PRIMA di cedere alle sirene, andare in banca e impiccarti con rate fino al2000MAI, chiediti di nuovo se qualche centinaio di euro per un corso diformazione che ha permesso a decine di tuoi colleghi di ottenere incrementi adoppia cifra sono troppi.

Adesso fai un belrespiro. E clicca qui:

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/

P.S. E ricorda: tu NON sei il tuo target.

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