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Noi vogliamo fare LA RIVOLUZIONE. E tu?

Per quanto il tecnicismo spinto non sia mai stato al centro dei contenuti della nostra community, negli ultimi giorni ho ritenuto opportuno affrontare un argomento tanto prezioso quanto poco conosciuto dalla maggior parte degli albergatori.

Nasce così la serie di post (a breve ne arrivano altri) su Gogole Adwords come strumento di lead generation.

Ma chiariamoci una volta per tutte.

Pur ripetendo OGNI GIORNO quanto il nostro settore si evolva velocemente e quanto sia importante aggiornarsi costantemente per essere competitivi, non sarà mai UNO strumento, per quanto performante, a segnare la differenza tra chi ottiene risultati e chi stenta.

A prescindere da quello che vogliono farti credere i nerd infoiati del revenue o dei videogame per adulti travestiti da software per alberghi.

A conferma di ciò, uno dei feedback più frequenti che ho ricevuto negli anni dagli albergatori che hanno partecipato al corso Albergatore Pro suona più o meno cosi:

“Grandissima esperienza, contenuti eccezionali, bellissimo confrontarsi con persone con la mia stessa passione, adesso il difficile sarà tornare e convincere il mio staff/mia sorella/fratello/moglie/marito/mamma/papà/ ad applicare tutto quello che ho imparato”

Capito il senso?

Per quanto paradossale, il problema per gli albergatori PRO NON é mai comprendere o applicare quanto appreso al corso.

Al contrario, il nostro marketing attira prevalentemente persone che hanno una naturale predisposizione a STUDIARE, IMPARARE, PROVARE e CAMBIARE.

Il VERO problema é un altro.

COINVOLGERE GLI ALTRI nel cambiamento.

Proprio così.

Appena tornati dal corso si è pervasi da una scarica di entusiasmo, adrenalina, voglia di fare che è quasi “fastidiosa” per chi è rimasto a casa e non ha vissuto la stessa esperienza.

Così, capita spesso che dopo qualche giorno di spontanea condivisione, chi ha partecipato finisca per gettare la spugna e isolarsi in una bolla per perseguire la missione in solitaria.

D’altronde, l’eccellenza non è per tutti...

Ora, se ci limitassimo ad essere una “società di formazione”, potremmo semplicemente accontentarci di contaminare “solo i migliori”

E oggettivamente sarebbe già un grandissimo risultato.

Ma io e Daniele non abbiamo mai avuto particolare sintonia con questa cosa dell’accontentarsi.

Da quando abbiamo iniziato ci siamo sempre battuti contro la mentalità gretta e rinunciataria della vecchia generazione di albergatori.

È la nostra crociata.

Passione e voglia di studiare sono alla base del nostro metodo.

Ma non è tutto.

C’è un altro aspetto che ho capito nella mia continua ricerca di strategie per incrementare le performance di un hotel...

SAPERE le cose non basta.

E non basta nemmeno saperle fare.

Perché per quanto un albergatore possa impegnarsi per diventare un fuoriclasse, l’albergo è un gioco di SQUADRA.

E il leader di una squadra deve sapere ISPIRARE gli altri per cambiarne la mentalità.

Ma per poter ispirare gli altri bisogna prima lasciarsi ispirare...

Più precisamente lasciarsi ispirare dalla GRANDEZZA.

Cosi, nel tempo abbiamo deciso che il format perfetto del corso Albergatore Pro deve seguire uno schema preciso:

3/4 contenuti tecnici
1/4 ISPIRAZIONE

Da questa convinzione nasce l’intervento di Mirco Gasparotto nel 2018, e la continua ricerca di nuove fonti da cui attingere.

Ed eccoci giunti alla notizia di oggi.

Al corso Albergatore Pro, avremo tra i docenti, un VERO MOSTRO di ispirazione.

Sono sicuro che lo hai già riconosciuto, ma prima di svelarti il nome voglio darti qualche indizio:

==> Eletto da France football terzo miglior allenatore della storia del calcio

==> Vincitore per due volte della coppa dei campioni e coppa intercontinentale (massimi trofei mondiali per club)

==> Allenatore della squadra eletta da word soccer “miglior squadra di club della STORIA“, ahimè il Milan dell'89

Il personaggio in questione è MOLTO di più di un “allenatore vincente”.

È un RIVOLUZIONARIO.

Una professionista capace, da solo, di RIBALTARE la cultura CENTENARIA del “catenaccio all’italiana.”

Battendosi con idee, coraggio e lavoro per rompere i luoghi comuni di un ambiente iper-tradizionalista come il calcio italiano.

Abbandonando l’opportunismo del calcio difensivo basato sul motto “prima non prenderle” per andare ad IMPORRE il proprio gioco VINCENTE ovunque nel mondo.

Capace di convincere fenomeni del calibro di Gullit e Van Basten che “vincere non basta... se vuoi fare la storia devi lasciare un segno del tuo stile”.

Ora, per concludere, potrei farvi un copia-incolla di una delle MILLE citazioni che riempiono le pagine sul web.

Invece no.

Preferisco raccontarti delle due ore che io e Daniele abbiamo trascorso a casa del mister, delle tante domande che ci ha fatto (lui a noi!!) per capire chi siamo, cosa facciamo e del perchè abbiamo scelto proprio lui, apparentemente cosi lontano dal nostro mondo.

Tra l’altro, si da il caso che Arrigo Sacchi sia anche titolare di un hotel a Milano Marittima e in realtà sappia bene si cosa parliamo.

Ma non lo abbiamo chiamato certo per questo.

E mentre ci faceva visitare casa sua con la palestra dove tutt’ora si allena regolarmente, la sala dei trofei e la pinacoteca, ogni frase e ogni aneddoto erano un condensato di saggezza, cultura e ISPIRAZIONE.

Ci ha raccontato di Gullit e di come riusciva a motivarlo, del giocatore più forte che ha allenato e del perchè non è diventato un campione.

Ci ha raccontato di Baggio ai mondiali del ‘94.

Insomma, un vero GIGANTE capace di affrontare temi di scienza cognitiva con la stessa naturalezza con cui parla di pressing e fuorigioco.

Che altro dire?

Ti abbiamo detto per Albergatore Pro cerchiamo solo persone straordinarie e Arrigo Sacchi è assolutamente STRAORDINARIO.

Ah, già che ci sono, ti rivelo il tema del corso Albergatore Pro 2019:

RIVOLUZIONE.

Se anche tu vuoi unirti a noi e apprendere il metodo di uno dei più grandi allenatori della storia per CAMBIARE la tua mentalità e quella dei tuoi collaboratori, clicca ora sul link qua sotto e iscriviti al corso.

Albergatore Pro 2019, chi non c’è, non ci sarà

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L’importanza delle storie per il marketing del tuo hotel – 3 lezioni dal corso di Federico Buffa

Sabato ho partecipato ad un corso sullo storytelling a Milano.

Perché ho deciso di partecipare PROPRIO a questo corso?

Semplice.

Ogni anno scelgo 3 aree di competenza sulle quali lavorare e nel 2019 lo storytelling completa il programma didattico che prevede anche public speaking e gestione dei collaboratori.

Quali sono le competenze che hai deciso di sviluppare tu?

Ma la giornata di sabato nello specifico è stata qualcosa di più di un semplice “corso”.

Infatti, il relatore era niente-po-po-di-meno-che, Federico Buffa, uno degli idoli della maggior parte degli appassionati di sport della mia generazione.

Ora, Federico Buffa in teoria è un “giornalista”.

In pratica è diventato celeberrimo per la sua incomparabile capacità di raccontare storie con un magnetismo che incanta chiunque abbia occasione di ascoltarlo, a prescindere dal contenuto.

Per intenderci, se sei Federico Buffa puoi parlare di Mohamed Ali, Michael Jordan o di sicurezza sul lavoro ottenendo lo stesso effetto ipnotico sul tuo pubblico.

Ovviamente non è per tutti così.

E la prima lezione da imparare è proprio questa.

Quando scegli un mentore devi sempre scindere l’ammirazione per il pulpito, dalla lezione contenuta nella predica.

E avere ben presente che, per quanto tu possa appassionarti, studiare e lavorare su una specifica competenza, non tutti possiamo raggiungere lo stesso livello finale.

La faccio più semplice.

Potremmo tutti quanti ascoltare per ore Messi che ci spiega come allena tecnica e fisico, ma con tutta probabilità NESSUNO di noi giocherà mai a calcio come lui.

Ecco, se hai capito l’esempio sappi che a parer mio con Buffa siamo più o meno sullo stesso livello.

Può insegnarti come diventare un bravo storyteller, ma NON può farti diventare come lui.

Perché ti dico questo?

Perché non devi scoraggiarti se i risultati, soprattutto all’inizio, non sono paragonabili al tuo punto di riferimento in materia.

Lezione numero due.

Le storie NON si scrivono nel momento in cui si scrivono.

La maggior parte degli Albergatori che hanno partecipato ai nostri corsi sono abbastanza e intelligenti ed attenti da aver capito quanto è importante avere una buona storia da raccontare ai propri ospiti.

Il punto è che non sanno cosa scrivere.

Ora, Federico in questo è stato assolutamente preciso nello spiegare come e quando trova ispirazione.

E, per pura casualità, le sue parole mi hanno immediatamente riportato ad una vecchia intervista di Jovanotti che avevo letto sul magazine di una compagnia aerea al rientro da una delle mille trasferte di lavoro.

La creatività è nell’ascolto.

Proprio così.

NESSUNO riesce a condizionare la propria ispirazione “a comando”.

Succede a te quando non sai cosa scrivere in una newsletter, succede a me quando devo scrivere un post, succede perfino a Jovanotti quando deve scrivere una canzone.

E succede a Federico Buffa quando deve preparare la trama di uno speciale su un grande campione del passato.

Siamo umani.

Qual è il “trucco” allora?

Il trucco è allenare “l’ascolto attivo”.

Ovvero sia la capacità di captare segnali in OGNI occasione.

Quando ascolti una conversazione al bar, quando leggi un giornale, quando guardi un episodio della tua serie preferita su Netflix.

Ora, tutti noi rimaniamo più o meno frequentemente impressionati da questo o quell’aneddoto.

La differenza tra chi sa raccontare storie e chi rimane un semplice ascoltatore passivo è l’AZIONE.

Cioè l’abitudine a trascrivere quei segnali, per archiviarli e andare poi a recuperarli nel momento in cui ci serviranno.

Ad esempio Buffa, che è di una generazione più romantica della mia, usa un taccuino per i suoi appunti.

Io personalmente sono più contemporaneo e uso una banalissima nota dell’Iphone.

Anche perché non ho sempre con me un'agenda.

A questo punto con la teoria dovremmo esserci, giusto?

Il punto è che tu sei un albergatore, non un giornalista o un divulgatore.

Cosa devi captare quindi per migliorare le performance del tuo hotel?

Te lo dico subito.

Devi raccogliere e confezionare storie per i tuoi clienti.

Cioè qualcosa che i tuoi ospiti sarebbero curiosi di sapere riguardo un luogo “segreto” del territorio, un piatto tipico locale, un’abitudine dei residenti…

Qualcosa che si vanterebbero di poter raccontare a cena con i loro amici.

Una storia che creerà per sempre un forte legame emotivo tra loro e chi gliel’ha raccontata...

Cioè tu e il tuo hotel.

Poi verrà il momento del tecnicismo e dovrai condividere questa storia sul sito, via email o nelle famose cartoline cartacee.

Ma prima devi trovare queste storie farle tue.

Ricorda:

“Le grandi storie capitano solo a chi è capace di raccontarle.”

Lezione numero 3

Questa è forse la cosa che più mi è rimasta in assoluto.

Infatti, se è vero che tutti noi viaggiamo prevalentemente per scoprire e poter raccontare…

Ci sono settori in cui è oggettivamente più complicato usare le storie per coinvolgere i propri potenziali clienti.

Bene, sappiate che a Milano, al corso, c’era un gruppo di persone che lavorano per un’azienda che si occupa di…

SICUREZZA SUL LAVORO.

Ora, io dico.

Se chi si occupa di sicurezza sul lavoro HA CAPITO quanto possono essere importanti le storie per coinvolgere, intrattenere e persuadere il proprio pubblico di riferimento…

Tu che hai un hotel vuoi davvero rimanere a guardare??

Su Albergatore Pro da anni abbiamo parlato dell’importanza del copywriting come tecnica che ci permette di scrivere in maniera efficace per portare le persone a compiere un’azione (iscriversi alla newsletter, chiedere un preventivo o prenotare)

Ecco, lo storytelling sta al copywriting come l’impasto sta alla pizza.

E' LA BASE da cui partire per ottenere il risultato finale.

Perché nemmeno il copywriter più capace può rendere efficace una pessima storia.

Ok, ora passiamo dalla teoria alla pratica.

Compiti per casa.

==> Attiva la modalità “ascolto attivo per i prossimi 60 giorni.

==> Raccogli spunti per almeno 3 storie.

==> Butta giù il canovaccio su un semplice documento Word.

==> Una volta fatto questo crea una sezione sul sito che le raccolga, crea il testo di almeno 3 email, crea e stampa 3 CARTOLINE cartacee da mettere in camera per i tuoi clienti.

P.S. abbiamo ancora in sospeso la fine della serie su Google Adwords…

Sei in pari con i primi due episodi?

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Amazon business e fattura elettronica

Bene, finito il weekend di basket, torniamo a parlare di operatività.

Lo faccio con un consiglio rivolto a chi utilizza Amazon, o a chi ancora non ce l'ha ma lo vorrebbe utilizzare per il proprio albergo.

Da qualche mese Amazon ha creato Amazon Business, una veste diversa della stessa piattaforma, molto utile per chi come voi ha un'azienda.

I vantaggi sono diversi, tra cui:

  • Account multiutente e gestione dei gruppi per limitare e tracciare le spese dei dipendenti
  • Utilizzare più tipi di pagamento e carte di credito aziendali
  • Associare il numero d'ordine agli acquisti per facilitarne la riconciliazione contabile

Oltre ovviamente all'emissione della fattura elettronica (basta inserire pec e codice univoco nei dati nell'anagrafica).

Ma la cosa che ho trovato più utile è il filtro "Fattura IVA scaricabile", per evitare di portare dal commercialista le ricevute d'acquisto emesse da Shi Bu Shi Zhe Yang De Ye Wan Ni Cai Hui Zhe Yang De Xiang Qi Wo 吳宗憲 (è un nome vero).

Oltre a questo, diversi articoli hanno un prezzo riservato ai clienti aziendali.

Risparmiare qualche euro va sempre bene.

Se hai già un account amazon con partita iva e lo vuoi trasformare in business, è molto semplice, basta andare nelle opzione e fare lo switch.

Se invece hai amazon privato, ti consiglio di tenerlo per i tuoi acquisti privati e creare un nuovo account business da collegare alla tua azienda.

Questo è tutto, vai, compra e risparmia!

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Nel bene o nel male Matera non sarà più la stessa

Come anticipato nel post dell’altra sera, ho deciso di parlarti della situazione di Matera perché credo sia significativa ed emblematica di una dinamica diffusa nelle destinazioni turistiche “emergenti”.

Ora, per chi non lo sapesse, dal 19 gennaio 2019 Matera è capitale europea della cultura e ospiterà una kermesse lunga 48 settimane con eventi di ogni sorta come mostre, spettacoli ed escursioni uniche tra i sassi.

Inutile dire che si tratta di un’ENORME opportunità per il turismo locale che riceverà una vera e propria ondata di attenzione mediatica internazionale.

Ma facciamo un passo indietro.

Perché Matera, con la sua storia millenaria, non nasce certo ieri. 

Nemmeno dal punto di vista turistico.

Al contrario.

Meglio nota come “la città dei sassi” il gioiello lucano dal 2010 al 2017 ha visto le presenze salire del 176% staccando di gran lunga tutte le altre città d’arte per percentuale di crescita.

Il punto è che questa crescita, per quanto rapida, è stata PROGRESSIVA e in qualche modo “sostenibile”.

Ma nel 2019 le cose cambieranno.

Perché al già citato aumento del 176% si andrà ad aggiungere, con tutta probabilità, il + 30% annuo stimato dalle proiezioni di incremento presenze 2019.

Tutto bello e teoricamente positivo.

Ma in pratica cosa succederà?

Succederà che Matera, da gioiello “di nicchia”, meta divenuta popolare tramite passaparola on-line e off-line tra appassionati di città d’arte, diventerà in breve tempo “mainstream” attirando un’audicence molto più eterogenea.

Inglesi, americani, australiani e persone da ogni parte del mondo giungeranno in Basilicata per scoprire una “nuova” destinazione turistica.

Senza sapere esattamente cosa aspettarsi.

O meglio, aspettandosi appunto una destinazione turistica attrezzata per ATTIRARE, INTRATTENERE e SERVIRE gli ospiti in arrivo.

Ora, io ti dico che Matera non sarà più la stessa.

E alcuni di voi nei commenti hanno additato alcune possibili cause del cambiamento in negativo e/o in positivo:

  • "Perché gli albergatori stanno diventando professionisti..”
  • “Per gli investimenti strutturali atti a migliorare l'urbanistica”
  • “Per trasporti insufficienti”

Niente da dire.

Sono tutti oggettivamente importanti fattori di cambiamento.

Ma c’è un fattore ancora più importante che farà la differenza tra il PRIMA E IL DOPO.

La mentalità.

Matera, e tutti gli attori locali coinvolti nell’industria turistica locale, dovranno fare un salto di qualità in termini di attitudine e organizzazione sistemica.

Dovranno essere pronti ad assecondare le esigenze di nuovi e più grandi flussi internazionali, proteggendo tradizioni e costumi locali, SENZA impantanarsi nei tipici alibi provincialistici italiani.

Cosa intendo dire?

Intendo dire che il turismo è una missione COLLETTIVA.

Non è solo chi ci guadagna DIRETTAMENTE a fare turismo.

Non solo gli albergatori.

Non solo i ristoratori.

Anche i passanti che danno indicazioni per strada “fanno turismo”.

Anche chi si occupa di tutt’altro deve imparare a tollerare e raccogliere “la carta di un gelato gettata a terra” da un turista che spendendo i suoi soldi in paese permette ai figli di mantenersi gli studi lavorando come camerieri o receptionist.

Perché l’attitudine viene PRIMA.

Non basta progettare strutture-gioiello e studiare revenue per venderle a 400€ a notte (cosa buona e giusta).

I bar e le attività commerciali, DEVONO restare aperte. SEMPRE. O almeno 12 ore.

Perché nel 2019 NON esiste vedere il negozio di souvenir chiuso nel primo pomeriggio per consentire al gestore di fare “la siesta pomeridiana”.

Perché quella siesta che a voi sembra innocua impedisce a un turista che ha un aereo due d’ore dopo di portarsi a casa “un oggetto narrativo” che continuerà a fare pubblicità a Matera per 100 anni entrando di diritto nel libro dei ricordi di una famiglia che vive dall’altra parte del mondo.

Altra cosa non scontata.

Il rito del pranzo dalle 12 alle 14 con la pasta asciutta di mammà esiste solo in Italia.

Solo in provincia.

E per quanto a casa nostra è importante e sano salvaguardare certe tradizioni, NON POSSIAMO IMPORLE ai turisti.

Un americano che arriva in aereo e atterra -chennesò- a Brindisi alle 14.00 arriva a Matera alle 16.00 e vuole mangiare.

DEVE potere mangiare.

E sai cosa vuole mangiare?

Un piatto di pasta.

Non un tramezzino di gomma cotto e fontina che potrebbe trovare in un qualsiasi fast food alla fermata della metropolitana della città dove vive.

Quindi anche gli orari dei ristoranti devono essere “elastici”. 

Anche se ci sembra strano.

Anche se noi a casa nostra non facciamo così.

E quando alle 4 del pomeriggio chiedono un piatto di pasta la risposta non può essere “la cucina è chiusa” con tono a metà tra lo strafottente e l’infastidito e l’aria di chi parla con un “troglodita che non sa che la pasta non si mangia alle 5 del pomeriggio” (in base a chissà quale principio “religioso”)

Solo così ci si apre veramente al mondo.

Solo così si fa del turismo un’INDUSTRIA.

Ovviamente tutto questo NON vale solo per Matera. 

Vale per tutte quelle destinazioni “emergenti” che grazie all’arrivo di una compagnia low cost in un aeroporto nelle vicinanze si trovano a gestire inaspettati flussi turistici.

Quindi, cari amici Materani, nel 2019 avete si una GRANDE opportunità.

Ma sulla base della mia esperienza di 20 anni, ve lo ripeto.

In un modo o nell'altro Matera non sarà MAI più la stessa

Potrete cogliere questa opportunità e decollare definitivamente nell'olimpo delle destinazioni più ambite, facendo scoprire il vostro tesoro di inestimabile bellezza a centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo.

Oppure potrete dimostrarvi impreparati e subire il contraccolpo che in pochi anni riporterà la città ad essere una semplice destinazione di nicchia come tante.

A voi la scelta.

#matera #albergatorepro

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Sai perchè negli alberghi grandi ci sono più casi di furti in camera, errori e contestazioni di addebiti sul conto?

Non è solo questione di numeri e probabilità.

Ti spiego subito.

Albergo 4 stelle, catena Barceló, circa 200 camere, sala colazione nella hall, facilmente raggiungibile anche da un “esterno”.

Scendo ancora intontito (fatto check-in a mezzanotte) e dimentico il numero di stanza.

Cartoncino lasciato in camera, sulla tessera non è indicato.

Avviso il cameriere dicendo quello che mi pare essere il numero...

Si allontana un attimo, verifica sul computer, torna da me e chiede (da tre metri)

“Signor Montanari?!”

Si.

Ora, posto che in questo caso io sono veramente il Signor Montanari, questo piccolo errore di superficialità dell’addetto può causare una serie di danni facilmente evitabili.

⛔️⛔️⛔️⛔️

Vediamo insieme le casistiche?

  • 1) Non sono il Signor Montanari, sono un esterno che “ci ha provato” e ho scroccato una colazione. Improbabile ma c'é chi si diverte a fare il pirla. Città grande, albergo grande, tante persone, probabilità più alte.

Danno? Una colazione regalata e un disagio per quando scende il VERO signor Montanari che risulta già smarcato e pensa giustamente che siete degli improvvisati.

  • 2) Non sono il Signor Montanari, sono cliente di un altra stanza. Ho sbagliato, o fatto il furbo.

Danno? Una colazione regalata, solito disagio di cui sopra per il signor Montanari

  • 3) Non sono il signor Montanari, sono un ladro. 

A questo punto conosco la combinazione nome-numero di camera, vado al ricevimento e mi faccio fare un duplicato della chiave. 

Mi apposto, aspetto che il cliente esca, rubo un MacBook e un Ipad. (Sono un ladro, è il mio “lavoro”, mi comporto cosi).

Danno? Furto subito, scarico assicurazione, Signor Montanari perso per sempre.

Procedura corretta: cliente non ricorda il numero di camera, cameriere chiede conferma nome e cognome.

Stessa cosa in caso di richiesta duplicato chiave al ricevimento.

Procedura Sheraton? 

  • Cliente non ricorda numero di camera o chiede duplicato chiave. 
  • Addetto chiede nome, cognome, DATA DI NASCITA.

Semplice, veloce, professionale, praticamente INFALLIBILE.

E tu? Hai una procedura a prova di errore e hai formato correttamente TUTTI i membri del tuo staff?

Quante probabilità ci sono che una cosa del genere accada nel tuo hotel? 

P.S. i taglieri di legno sono bellissimi 😉 Stefano Zannoni

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Anno nuovo, Booking vecchio... Anzi no!

L'anno nuovo è iniziato, le feste sono passate e più o meno tutti adesso hanno un momento di relativa calma per analizzare il periodo appena passato e pianificare le strategie per i prossimi mesi.

L'avevo scritto l'anno scorso e lo ripropongo quest'anno, perché è sempre bene, se non obbligatorio, controllare almeno una volta all'anno la propria presenza on-line.

Cosa vuol dire?

Vuol dire controllare se sul proprio sito, sul booking engine, su Tripadvisor, su Google e sulle varie OTA, che tutte le foto e i servizi siano aggiornati e soprattutto allineati su tutti i canali.

Un giretto su Booking lo faccio sempre volentieri, questi sono i punti che hanno attirato la mia attenzione e voglio condividerli con voi.

  • Periodo di tolleranza.

E' possibile impostare eliminare la penale di cancellazione a chi cancella dopo 1, 4 o 24 ore (salvo prenotazioni effettuate 48 ore o meno di anticipo).

In questo modo chi sta cercando una camera è più invogliato a prenotare perché ha un lasso di tempo per avere le conferme dalla famiglia/amici/lavoro, anziché rimandare la decisione al giorno dopo, con tutto quello che può succedere nel mezzo.

Poi, ovviamente, se appena prenota gli mandate una mail di benvenuto o, ancor meglio, lo chiamate, vedrete che la percentuale di cancellazioni rasenterà lo zero. 😬

  • Evitare le prenotazioni con probabile cancellazione.

Avete presente chi prenota 5 alberghi per lo stesso periodo perché tanto hanno la cancellazione gratuita?

Ecco, questi furbetti riceveranno delle limitazioni:
un periodo ristretto per la cancellazione gratuita,
vedranno più in evidenza le non rimborsabili e
dovranno pagare subito anziché in hotel.

Così magari ci risparmiamo qualche imprecazione... 🤬

  • Piano delle camere

Booking sostiene che chi specifica il piano delle camere ha un aumento delle conversion del 2%.

A prescindere che sia veritiero o meno, quando possibile, consiglio di specificare sempre il piano, soprattutto se è una caratteristica di una determinata tipologia di camera. 😎

Questo è quanto.

Siete ancora lì?

Forza, andate sull'extranet e controllate subito tutti i dati! 

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L’arma segreta di Giorgio Armani e i 3 obiettivi che può farti raggiungere il tuo brand

Quando vengo contattato per lavorare sull’identità di una struttura spesso la motivazione principale è la volontà dell’albergatore di “migliorare i risultati”.

A volte si tratta di hotel con occupazione già alta che hannol’obiettivo di alzare i prezzi per fatturare di più.

Altre volte si tratta di hotel che fanno sempre più fatica adistinguersi dai competitor e vedono la loro occupazione ridursi lentamentecome una candela a tarda sera.

Ed effettivamente questi sono i due motivi principali, che ioper primo riconosco, che devono spingerti a lavorare sul brand del tuo hotel.

Ma c’è un terzo motivo apparentemente “immateriale” in grado difare un ENORME differenza per te e per tutti quelli che entrano in contatto conil tuo hotel...

RICONOSCERSI.

Proprio cosi, definire l’identità del tuo brand è un percorso lungo, complicato che costa tanto tempo ed energie.

Ma è necessario.

Infatti, anche quando NON hai consapevolezza di quale sia la tuacategoria di appartenenza, il tuo elemento differenziante, cosa e comecomunicare, esiste da qualche parte una sensazione, una vocina che ogni tantoti parla nel chiasso delle MILLEMILA cose da fare durante una giornata.

E anche se tu non hai praticamente mai tempo di ascoltarla, leicontinua a fare domande...

Cos’è il mio hotel? 

Perché un cliente dovrebbe prenotare da me piuttosto che un altro hotel?

Finché un giorno non ti decidi, prendi carta e penna e inizi abuttare giù qualcosa.

Se sei sul gruppo da un po’ e stai leggendo questo post sonosicuro che ti sarà capitato almeno una volta...

Ora sai cosa c’è?

C’è questa vocina fa queste domande a prescindere da fatturatooccupazione e retta media.

Le fa perché la MENTE umana ha bisogno di CERTEZZE.

Tutti noi.

Pensaci.

Abbiamo bisogno di poter dare un nome agli oggetti, di dividere le persone tra buoni e cattivi, di creare degli “schemi” che ci permettano di spiegare e spiegarCI le cose in maniera più razionale, rispetto alle migliaia di sfumature emotive che si agitano in quel frullatore rosa che abbiamo dentro la testa.

Ti faccio un esempio per capirci meglio.

Hai presente quando una sera ti prepari per uscire, ti guardiallo specchio e vivi quella fighissima sensazione di sentirti ok?

Quando per una volta miracolosamente hai “imbroccato” al primocolpo la combinazione maglia-pantaloni-scarpe che ti fanno sentire come il tuoattore/attrice preferito pronto per la notte degli oscar?

Sono sicuro di si, perchécerte cose, almeno per me, sono talmente RARE che non si dimenticano 😉

E sai perché?

Perché sono frutto DEL CASO.

Infatti il giorno dopo hai fretta, ti “devi” cambiare ed esciche sembri un mix tra il cugino di campagna di Johnny Deep e un rappresentantedi folletto.

Ti stai chiedendo cosa centra questo con il tuo hotel?

Te lo spiego subito.

Hai presente come quando ”indovini” una bella mail tra tante anonime, un post su Facebook da 100 like o la “telefonata perfetta” dove in 4 frasi conquisti il tuo potenziale cliente, raccontando il tuo hotel ESATTAMENTE come avresti voluto e realizzi SUBITO la PRENOTAZIONE?

Anche quello è un caso, perché dipende dall’ISPIRAZIONE delmomento (E del singolo individuo che sia tu o un componente del tuo team).

Ecco, lavorare sul brand risolve questo problema perché ti permette di CREARE UNO SCHEMA.

Un semplice protocollo (Su un semplicissimo documento di unapaginetta) che riassume in maniera CHIARA la tua identità, definendo la tuacategoria di appartenenza, il tuo cliente target, la tua promessa UNICA, i tuoielementi differenzianti e il messaggio che il tuo marketing deve trasferire.

Esattamente come una “divisa” ti permette di NON commettere errori del momento, frutto di distrazione, stanchezza o mancanza di formazione del tuo staff.

E sai qual è il risultato di tutto questo?

Il risultato è che una volta creata la tua “divisa”, specchiandoti TI RICONOSCI, le persone che lavorano per te si RICONOSCONO, i potenziali clienti ti RICONOSCONO e perfino i candidati a lavorare per te lo fanno.

Rendendoti immediatamente la vita più semplice e distinguendotidal MARASMA di hotel commodities che ci sono la fuori.

Il punto è che non esiste “LA DIVISA PERFETTA”.

Perché ognuno di noi ha le proprie caratteristiche fisiche, gliocchi di colore diverso, la propria personalità e il proprio stile di vita.

  • Tant’è vero che Giorgio Armani va in giro da 30 anni in t-shirt nera ed è più elegante del 99% degli uomini sul pianeta terra.

Il PROBLEMA nasce quando gli altri provano a COPIARLO con il risultato di sembrare degli adolescenti appena usciti dalla palestra...

Allo stesso modo ogni hotel nasce in una destinazione diversa,ha caratteristiche strutturali diverse e un diverso set di servizi.

A questo punto ho una buona e una cattiva notizia per te.

La cattiva notizia è che al 99% il tuo hotel NON È GiorgioArmani e non ti basta l’equivalente di una maglietta nera per vendere le tuecamere.

La buona notizia è che se segui il gruppo con continuità, ti procuri il mio libro (Che uscirà in primavera), studi, prendi appunti e ti iscrivi al prossimo corso Albergatore Pro, avrai tutti “gli abiti” e le competenze per creare uno STILE unico, perfetto per il TUO hotel.

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Caro drone, ciaone proprio!

Hai sempre voluto una ripresa aerea della tua struttura ma non vuoi spendere centinaia di euro per un filmato con il drone?

Nessun problema, Google te la fa aggratis!

Ok, forse l'ho fatta un po' troppo semplice, ma Google Earth Studio è un tool messo a disposizione gratuitamente da Google che sfrutta le immagini 3D e satellitari presenti su Earth per realizzare contenuti video.

Ebbene sì, chiunque (o quasi) ha la possibilità di creare il proprio video personalizzato in pochi click con una resa eccezionale!

Ho specificato "quasi" perchè, cito testualmente: "The preview version of Earth Studio is currently granted on a case-by-case basis. Please complete the form below.", bisogna infatti fare richiesta a questo link https://earth.google.com/studio/signup/ specificando l'uso che se ne vuole fare.

Io ho fatto richiesta due settimane fa, scrivendo che è a scopo promozionale della mia struttura turistica, e questa mattina mi è arrivata la mail con il link per accedervi.

Ci sono diversi modelli di animazioni da cui partire, non servono quindi competenze tecniche, il tutto è piuttosto veloce e guidato.

L'unica nota dolente, è che non verrà esportato un video fatto e finito, ma solamente la sequenza di fotogrammi (circa 800 immagini), sarà quindi necessario utilizzare un programma come Adobe Premiere o After Effects per unire il tutto e ottenere il risultato simile al mio che vedete qui sotto (segnalino a parte, quello è un mio tocco personale 😁).

So che in pochissimi di voi avranno dimestichezza con questi programmi, ma credo comunque di farti cosa gradita informandoti di questo nuovo tool, perché essendo facile e gratuito, ti servirà l'intervento di un "esperto" o "cuggino" solamente per il salvataggio finale.

Enjoy! 

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Occhio alle navi da crociera!

Eh sì, in quanto "alberghi galleggianti" sono competitor da cui prendere spunto.

Con il varo della nuova nave MSC Bellissima il prossimo 2 marzo, debutterà ZOE: uno smart speaker presente in tutte le cabine.

Questo assistente vocale, sviluppato in collaborazione con Harman e Samsung, è in grado di interagire con gli ospiti in 7 (SETTE) lingue e 30 (TRENTA) accenti, e fornirà aiuto per le principali domande che generalmente passano dai centralini della reception.

Proprio raccogliendo e analizzando tutte le chiamate reali arrivate negli anni (parliamo di navi da più di 2000 cabine) è stata istruita l'intelligenza artificiale che può comprendere più di 2000 domande e dare più di 800 risposte.

Fermi tutti.

Prima che lo pensi, no, non andranno a sostituire i receptionist umani, bensì li alleggeriranno di un'enorme mole di lavoro.

In quanto techno-enthusiast, mi fa sempre piacere vedere nuove tecnologie sostituirci nei lavori di routine, soprattutto quando fanno risparmiare tempo che possiamo investire in attività molto più orientate all'intelligenza umana.

In realtà, Alexa ha già iniziato ad affacciarsi timidamente in qualche camera d'albergo, ma, come sempre, chi per primo da il via, per primo paga lo scotto iniziale di una tecnologia ancora acerba.

Ma, come sempre, l'importante è la strategia.

Perché sul sito hai già le faq, vero??

Una volta che hai quelle, cambia solo lo strumento.

Le risposte possono essere date:

  • a voce da un receptionist;
  • da un assistente vocale;
  • scritte da un bot.

Sta a te scegliere il metodo che ottimizzi al meglio questa procedura all'interno della tua realtà.

Stay pro, get smart!


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