Tra crisi e opportunità: come guidare il tuo hotel seguendo l'esempio del “re degli occhiali” Leonardo Del Vecchio
Tra crisi e opportunità: come guidare il tuo hotel seguendo l'esempio del “re degli occhiali” Leonardo Del Vecchio
Nonostante le temperature da record per il mese di ottobre, la maggior parte degli hotel stagionali hanno ormai archiviato un’estate molto complessa, per mille ragioni diverse.
Volendo individuare i principali elementi di criticità, ne indico 3, in ordine decrescente di importanza:
- caro utenze;
- crisi del mercato del lavoro;
- vendita sincopata.
Da una parte c’è chi ha già deciso di cancellare alcune aperture spot per paura degli eccessivi costi energetici, dall’altra chi sarà obbligato a farci i conti in vista di una decisiva stagione invernale, mentre alcuni gestori stanno addirittura valutando se ci sono ancora i margini per proseguire l’attività.
Non giriamoci intorno.
Siamo di fronte ad una situazione oggettivamente molto complicata le cui cause stanno ad un livello al quale il singolo imprenditore non può accedere per occuparsene personalmente.
Non possiamo risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina, non possiamo far quasi nulla per ottenere un’autonomia energetica, non siamo in grado di cambiare i paradigmi che regolano il mercato del lavoro.
Come sempre ci sono elementi decisivi sui quali invece abbiamo assoluto controllo:
- un attento controllo di gestione;
- un’analisi clinica di tutte le azioni da campiere per ottenere un risparmio energetico;
- un piano carriera in grado di attrare, premiare, valorizzare e trattenere i migliori collaboratori;
- un piano marketing in grado di garantire al nostro hotel il massimo risultato possibile in termini di fatturato, per proteggere i margini.
Questo però non basta.
Andiamo incontro ad una configurazione di mercato dove non sarà sufficiente alzare i prezzi. Per lo meno non per tutti. Molti hotel di 20-30 camere non hanno i moltiplicatori per assorbire l’incremento dei costi di struttura, semplicemente ritoccando il prezzo della camera venduta per notte.
O si cresce o si muore. Non ci sono alternative.
Ecco perché credo sia molto interessante riportarvi alcuni passaggi di un libro illuminante che sto leggendo in questi giorni.
La storia di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, attualmente l’uomo più ricco d’Italia.
Se stai pensando che sia la classica retorica d’ispirazione che usa un esempio imparagonabile alla tua realtà, ti sbagli completamente e ti consiglio vivamente di continuare a leggere.
Non tutti sanno che Del Vecchio nasce dalle macerie delle case minime a Milano, e la madre a 7 anni lo affida ad un orfanotrofio perché non è in grado di occuparsene.
Non proprio una partenza in discesa.
Tuttavia, la disciplina ferrea trasmessagli dell’orfanotrofio Martinitt lo forgia permettendogli di affrontare e superare una serie di sfide che avrebbero abbattuto un toro.
Ora, se sei curioso di conoscere i dettagli della storia non puoi perderti la lettura di questo libro, ma nel post di oggi mi concentrerò solo sui passaggi cruciali che sono convinto potranno esserti utili per prendere le decisioni giuste nelle scelte che ti troverai inevitabilmente ad affrontare.
Ma ora seguimi un attimo nella sintesi…
La narrativa legata al boss mondiale dell’occhialeria è tutta concentrata sulla sua inesauribile voglia di lavorare, il profilo basso, l’ossessione per la qualità del prodotto. Tutte cose sicuramente vere, ma se parliamo di voglia di lavorare, nell’Italia del dopo guerra possiamo sicuramente considerarla una regola (al contrario di quello che succede oggi).
Il tratto invece assolutamente non comune nella personalità di Del Vecchio è il CORAGGIO, dote che gli ha permesso di distinguersi da tutti i colleghi e i rivali incontrati lungo il cammino.
Andiamo con ordine…
Poco dopo essere stato assunto come incisore in una fabbrica specializzata in medaglie, Leonardo si rende conto di avere delle abilità rare e soprattutto dimostra di essere animato da un ardente desiderio: essere il più bravo di tutti. Così, dopo aver rubato i trucchi del mestiere agli operai più anziani, si rende conto che il lavoro da impiegato è troppo limitante per le sue ambizioni e decide di mettersi in proprio.
Se ora sembra una cosa abbastanza naturale, pensate che nel 1950 l’Italia non era quella di oggi ed avere un impiego ti rendeva già un privilegiato rispetto alla maggior parte delle persone, soprattutto considerando la condizione della famiglia di Leonardo: una mamma vedova che faceva i salti mortali per mantenere 4 figlie nell’estrema periferia di Milano.
Primo atto di coraggio.
Una volta iniziata l’attività ed assunti i primi operai Leonardo scopre che l’attività più redditizia tra le commesse ricevute è quella di produrre aste per gli occhiali da vista, allora considerati esclusivamente un presidio medico.
Dopo poco tempo, un cliente lo segnala a due industriali della zona del Cadore, in Veneto, nell’alta provincia di Belluno, primo distretto industriale dell’occhialeria Italiana.
Ecco un altro bivio.
Continuare la propria attività a Milano, nella metropoli in rinascita dopo la seconda guerra mondiale, oppure trasferirsi in un angolo remoto della provincia italiana ai piedi delle Alpi, per inseguire il proprio progetto di crescita?
Del vecchio a 26 anni, raccoglie moglie e figli e parte.
Secondo atto di coraggio.
Dopo aver dimostrato le proprie capacità e la propria serietà come terzista per i due industriali, a Del Vecchio viene proposto di creare una nuova società con quello che all’epoca era il suo miglior cliente. Sfida accettata, si cambia di nuovo.
Terzo atto di coraggio.
Gli affari vanno a gonfie vele, i clienti aumentano, la produzione si moltiplica ma i due soci iniziano a contestare l’operato di Del Vecchio, che ormai li vede come un limite ai suoi piani espansionistici.
Problema: loro hanno i soldi e lui no, loro giocano in casa e lui no. All’epoca non sono dettagli da trascurare in un così piccolo paese di Montagna.
Non importa, dopo due anni di convivenza forzata Del Vecchio rischia tutto, trova una banca disposta a fargli credito e liquida i due soci.
Quarto enorme atto di coraggio.
I soldi però non bastano, per la prima volta tarda a pagare le buste paga.
Nonostante ciò, fa gruppo con i suoi operai per super comunque il periodo di crisi, gli affari tornano a crescere e Del Vecchio si rende conto che il mercato più profittevole è quello Americano, così prende un aereo e va direttamente a trattare con il principale distributore dell’epoca.
Qui, invece di perdere tempo a trattare il prezzo di vendita delle montature, fa un’offerta e rileva il 50% delle quote della società per un valore appena inferiore al fatturato dell’epoca di Luxottica.
Quinto clamoroso atto di coraggio.
Ora, la cosa divertente è che questi sono solo gli episodi che mi ricordo a memoria, fino a circa metà libro, e potrei continuare per un paio di pagine, ma non è questo il punto.
Il punto è mettere a fuoco la principale caratteristica che devi sviluppare per superare quello che ci aspetta nei prossimi anni.
Come ormai avrai capito, sto parlando del CORAGGIO.
Se Del Vecchio ha lasciato Milano chiudendo baracca e burattini per spostarsi dove allora risiedeva il centro nevralgico del business in cui operava, allo stesso modo tu puoi cercare un nuovo hotel in una destinazione che sostiene prezzi e margini più alti.
Se il tuo hotel non ha abbastanza camere per sostenere l’incremento dei costi, puoi rilevarne un altro e attuare un’economia di scala.
Se la tua struttura sta invecchiando e richiede interventi di manutenzione sempre più frequenti, è il momento di ristrutturare.
Se sei indeciso se fare un upgrade da 3 a 4 stelle, FALLO.
Se ti si presenta l’opportunità di gestire un hotel di livello più alto, con prezzi più alti e margini maggiori, anche se non l’hai mai fatto, devi coglierla.
Se non ti si presenta, devi cercarla.
Se ti stai chiedendo perchè la risposta è molto semplice…
In tempi di crisi la differenza tra chi può e chi non può crescerà sempre di più.
Le persone che stanno alla base della piramide di reddito subiranno un colpo durissimo. E dovranno necessariamente fare i conti con una minore possibilità di spesa che li costringerà a fare delle scelte. Forse rinunceranno al nuovo Iphone, forse alle prossime vacanze, forse a qualche weekend…
D’altra parte al vertice della piramide, nulla cambierà. Chi può continuerà a fare la stessa vita di prima, forte della propria stabilità economica.
Quindi, se abbinando un buon marketing ad un attento controllo di gestione sei riuscito a creare un po’ di cassa, questo non è il momento di giocare in difesa. E’ il momento del contropiede.
Ricorda: in tempi di inflazione i soldi perdono valore molto velocemente.
Per questo motivo ha molto più senso rilanciare, piuttosto che tenere fieno in cascina con l’illusione di una sicurezza che non esiste più.
Ovviamente con questo articolo non voglio esortare nessuno a “lanciare il cuore oltre l’ostacolo”, buttandosi a capofitto nella prima occasione che capita. Al contrario, vorrei invitarti a fare un bilancio preciso dell’anno appena concluso, analizzare i risultati, comprendere i limiti dell’attuale struttura costi-ricavi (se ci sono) e valutare le opportunità.
Se non sei soddisfatto del risultato, se i tuoi utili sono discesa, non è il momento di farsi prendere dalla paura perché, nei prossimi 2-3 anni, la differenza tra chi oggi ha il coraggio di investire e chi invece si ritira sotto coperta aspettando che la tempesta passi, sarà incolmabile.
Ora sta a te scegliere da che parte stare.
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