Chiudere il ristorante: scelta della vita o scorciatoia per l'inferno?
Chiudere il ristorante: scelta della vita o scorciatoia per l'inferno?
Il concetto è davvero troppo complesso per essere affrontato. Tuttavia, proverò comunque a darti dei riferimenti frutto di 15 anni di esperienza.
Primo fattore: la “riviera romagnola” NON esiste.
Mi spiego meglio. Gli anni ‘90 sono finiti da un pezzo e la segmentazione di mercato oggi è sempre più netta. Quello che puoi fare a Milano Marittima, Riccione e Cesenatico, non è uguale a quello che puoi fare a Pinarella, Miramare o Gatteo a Mare.
Ovviamente questa distinzione è sempre esistita ma, se parliamo di B&B, alcune destinazioni sono ricettive, altre meno. Alcune destinazioni reggono un prezzo SOSTENIBILE. Altre NON lo reggono.
Quindi, a prescindere che il vostro hotel sia in Romagna o qualunque altro distretto turistico, la prima cosa da chiedersi è: la mia destinazione attira naturalmente una domanda in B&B? Quali sono i riferimenti di mercato in termini di retta media?
Secondo fattore: dimensione dell’hotel.
In B&B aumentano i margini in percentuale, ma DIMINUISCONO in valore assoluto (euro in tasca a fine anno).
Logica conseguenza: con 15 camere hai un guadagno, con 50 un altro guadagno. Attenzione perchè questo concetto NON è lapalissiano come sembra. La differenza è RADICALE: con 50 camere ci mantieni una famiglia, con 15 NO.
Terzo fattore: struttura.
La formula pensione completa trasforma il soggiorno in un’esperienza fatta di servizi e riduce l’impatto della struttura nel giudizio complessivo. Tradotto: se proponi la formula “settimana pensione completa” con cucina e animazione, puoi competere anche camere modeste e struttura non modernissima (eufemismo).
Se la struttura è uno dei due fattori (insieme alla colazione) che l’ospite giudica, l’impatto del singolo fattore cresce significativamente. Gli ospiti che prenotano B&B scelgono strutture migliori e giudicano in modo più critico quelle non competitive, oppure scelgono le strutture che costano poco. Troppo poco.
Quarto fattore: obiettivi PERSONALI.
Ogni imprenditore ha una propria legittima idea di realizzazione e guadagno.
Un ragazzo di 25-30 che comincia oggi e ha tutta la vita e la carriera davanti, solitamente ambisce a guadagnare il MASSIMO possibile per realizzare i propri scopi personali (casa, famiglia, beni materiali).
Un imprenditore di 50 con 25 anni di sacrifici e guadagni alle spalle può accontentarsi di guadagnare meno, riducendo rischi e migliorando la propria qualità di vita, dedicandosi anche ad altro.
Quinto fattore: RAPPORTO COMPLESSITÀ/GUADAGNO.
Gestire un hotel in Romagna è sempre stato relativamente “facile”. Nel senso che una volta compresi i principi di base di ospitalità e vendita, parliamo di un mestiere che, negli anni, ha arricchito anche persone che in altri settori non sarebbero state considerate il profilo dell’imprenditore illuminato.
Questo non significa che sia un mestiere per tutti. Al contrario.
Se dovessi indicarti la miscela di caratteristiche che distingue un albergatore “ricco” da un albergatore “povero” ti direi 50% capacità e 50% spirito di sacrificio.
Nel senso che per quanto il mestiere obiettivamente non richieda una laurea in ingegneria, è altrettanto vero che la formula con ristorante con relative incombenze e gestione di clienti, collaboratori e fornitori, impone ritmi e sacrifici che sono assolutamente insostenibili per il 90% delle persone che giudicano da fuori al grido di “eh ma gli albergatori lavorano 3 mesi all’anno”.
Prova te e farlo per 14 ore al giorno per 120 giorni di fila sopportando lo stress che devi sopportare.
Detto questo, negli ultimi anni lo scenario economico e sociale ha portato due conseguenze principali che hanno modificato nettamente requisiti e aspettative degli addetti ai lavori:
1. Il mestiere è sempre più difficile e oggi richiede competenze di marketing e controllo di gestione che 20 anni fa facevano la differenza tra guadagnare MOLTO e guadagnare bene, oggi fanno la differenza tra guadagnare e NON guadagnare.
2. Le nuove generazioni di albergatori sono lo specchio della della società in cui viviamo, compresi i dipendenti che tanto critichiamo, e sono legittimamente meno disposti a fare sacrifici. Il che è sacrosanto. L’importante è che giudichiamo le cose per quello che sono.
In sintesi, gestire un albergo in B&B ha una soglia ingresso più bassa in termini di competenze (devi saper fare meno cose), ma più alta in termini strutturale (devi avere una struttura competitiva).
Gli alberghi in B&B GUADAGNANO MENO rispetto agli alberghi con ristorante e, se sentite casi di albergatori che hanno chiuso il ristorante e ora guadagnano MEGLIO, è perché il ristorante NON erano in grado di gestirlo come un’azienda.
Questo semplicemente perché il ristorante, come qualsiasi altra azienda, prevede la vendita di servizi aggiuntivi che devono essere progettati per garantire una marginalità.
Allo stesso modo, se sentite di albergatori che, dopo aver chiuso il ristorante, hanno speso un milione (o più) per ristrutturare prima di passare al B&B, hanno fatto sicuramente bene ma, al netto delle competenze di cui sopra, avrebbero SICURAMENTE guadagnato di più con la struttura nuova e la formula vecchia.
In conclusione, le domande che devi farti prima di decidere sono le seguenti:
1. Qual è il prezzo di riferimento del b&b nella MIA destinazione?
2. Quante camere ha la mia struttura? Qual è il fatturato potenziale? Il guadagno ipotetico è sufficiente per soddisfare il fabbisogno economico mio/della mia famiglia?
3. In che stato si trova la mia struttura? Sarebbe competitiva per ospiti che possono soggiornare anche solo una notte e giudicare l’esperienza anche e soprattutto per ambienti e arredi?
4. In che fase mi trovo della mia vita/carriera? Voglio massimizzare i guadagni o dedicarmi di piu ad affetti e obiettivi personali?
5. Sono disposto a mettermi in gioco ed acquisire le competenze che OGGI mi mancano per trasformarmi da albergatore ad imprenditore, sapendo che questo comporta anche scelte difficili e preoccupazioni o per me la cosa importante è vivere il mestiere con leggerezza e godermi la relazione con i clienti?
Solo una volta analizzata nel dettaglio la situazione da tutti i punti di vista, troverai la TUA risposta.
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